Ma è proprio finita la luna di miele tra Renzi e Berlusconi?

Berlusconi sicuramente stima Renzi ma gli rimprovera una certa incoerenza nella tempistica e nella caterva di promesse che sa (o dovrebbe sapere) di non poter mantenere.

Dopo più di un anno di silenzio assoluto, lontano dalle telecamere, dai microfoni, dai tolk sciò e dai segugi massmediali, Silvio Berlusconi è ricomparso nel  “salotto buono” di Prima Porta, ospite di  quel ”marpione” degli scoop televisivi, al secolo Bruno Vespa.

Per amplificare e commentare l’avvenimento, sono stati invitati tre illustri esponenti del giornalismo italiano, come Antonio Polito (direttore del Corriere del Mezzogiorno ed editorialista del Corriere della Sera), Maurizio Belpietro (direttore di Libero) e Luca D’Andò (direttore de l’Unità).

Per la prima volta, da quando è sceso in campo nel lontano 1994, il capo carismatico del centro-destra, ha iniziato un po’ in tono minore il suo repertorio, che tutti gli riconoscono e non pochi gli invidiano (forse gli anni passano anche per lui), ma sono bastati pochi minuti per riprendersi e sciorinare fatti e circostanze con la consueta verve di sempre senza l’ausilio di appunti od annotazioni di sorta.

Preso atto, con evidente disappunto, del ridimensionamento di Forza Italia a causa della diaspora ordita dai suoi più  stretti collaboratori, come Alfano, Schifani, Cicchitto ed altri che l’adoravano (almeno apparentemente) come un idolo soprannaturale, ha confermato, in linea di principio, la validità degli accordi stipulati in Via del Nazareno con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, purchè le riforme non vengano stravolte e snaturate dalle beghe interne nel Partito Democratico.

In particolare si è soffermato sul cambiamento della legge elettorale nei tempi stabiliti e l’abolizione del cosiddetto bicameralismo perfetto con la sostanziale eliminazione del Senato il cui nuovo assetto sta creando una voragine tra partiti e schieramenti contrapposti.

Se a tutto ciò si aggiunge la differenziazione, e conseguente diversa valutazione, dei provvedimenti economici varati recentemente dal governo, allora le divergenze si dilatano a dismisura e la situazione rischia veramente di precipitare coinvolgendo e neutralizzando quella ibrida “luna di miele” tra due schieramenti alternativi e sempre in lotta tra loro.

Berlusconi sicuramente stima Renzi per la sua spigliatezza, per l’innegabile dinamismo e per la sua naturale eloquenza disinvolta e coinvolgente, forse perché gli ricorda le sue giovanili performance, ma gli rimprovera una certa incoerenza nella tempistica e nella caterva di promesse che sa (o dovrebbe sapere) di non poter mantenere.

L’attuale “pomo della discordia” è rappresentato dalla corresponsione di 80 euro ai lavoratori con redditi bassi e nulla a chi non ha alcun reddito ed alle partite IVA.

Purtroppo la mancata crescita dell’economia non offre le risorse necessarie per accontentare tutti, per cui il corto circuito è nell’aria e prima o poi esploderà.

A complicare la situazione sono le imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, una vera e propria mina vagante che beccheggia in un mare in tempesta e che non promette nulla di buono.

 

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