Marò e responsabilità economiche

Roma, 30 maggio – Alle 12,10 “Il Giornale” “spara” questo titolo: “Marò, vendetta indiana

Cancellati tutti gli appalti” e, nell’interno, “Marò, scatta la ritorsione dell’India”.

Mentre gli altri non dicono nulla, forse per ordine di scuderia, si incrociano, su “Il Giornale” i commenti dei lettori.

Rivolgersi contro l’India e criticare le frasi di “amicizia” pronunciate nemmeno ventiquattr’ore fa, da Renzi, è un  fiume di inchiostro. Le due dimensioni, “vendetta” e “ritorsione”, si incrociano fra di loro e i lettori si scagliano, ciascuno a proprio modo, contro Renzi, che non ha saputo avere un polso forte, e nel suggerire le “contro-ritorsioni” da applicare. Nessuno di loro, ovviamente, (il bombardamento della comunicazione di massa cancella oggi, la cronaca di ieri),ha la memoria per ricordare che la storia non è attuale, non comincia adesso. Renzi, ovviamente, non è senza responsabilità, ma nella Campania, e per essa, proprio a Napoli, esiste un proverbio che è una “chiave” di lettura della storia e della vita e che, tradotto dal dialetto, suona così “Il pesce puzza dalla testa”. Esso significa che per rendersi conto e capire la natura dei fatti storici e affrontarli nella dovuta forma, bisogna cominciare dall’inizio, vedere dove e come sono nati.

Considerando che la notizia non appare da altre “fonti” dobbiamo prenderla con la dovuta cautela anche se dobbiamo considerare che dove c’è un po’ di fumo, all’origine deve esserci quanto meno una scintilla.  

“Il Giornale” abbonda, nell’interno, di altre notizie riguardanti le spese sostenute dall’Italia per le procedure giuridiche internazionali e sottolinea, tra l’altro, che alcuni indennizzi pagati alle famiglie dei pescatori uccisi per disgrazia e fatalità, rappresentano anche un’ammissione di colpevolezza dei nostri marò che hanno dato una loro versione dei fatti. Lasciamo questo delicato argomento agli organi competenti e facciamo, un momento, “mente locale”.

Sulla situazione drammatica che si sta articolando sempre di più, e che non ha visto ancora risoluzione, perché i marò, comunque siano sul territorio italiano, sono sempre e comunque, sotto la giurisdizione indiana, dobbiamo risalire a monte e vedere quando, dove e come è iniziata e questo ci può fornire la “chiave” di lettura delle responsabilità.

La situazione, escluso l’avvenimento che l’ha determinata, e il fatto che non è mai esistita una formulazione di accusa concreta ai due marò, è iniziata dalla concessione da parte delle autorità indiane, di una licenza per far trascorrere, ai due marò, il Natale a casa loro. Dalla scadenza di questa licenza, sono iniziati “i casini” di cui alla stampa sono state fornite notizie molto frammentarie e che risalgono, se la memoria non ci inganna, a distanza di tanto tempo, agli interventi di Monti, primo fra tutti, e a tutte le forti “pressioni” del governo perché i due marò rientrassero in India perché c’erano in ballo grandi interessi economici.

Il fatto della Enrica Lexie lo conoscono tutti, ma i due marò furono “costretti” al rientro, anche in assenza di un’accusa precisa che, peraltro, ancora non esiste.

Non ho alcuna simpatia per il PdC, ma come la mettiamo con gli interessi economici e con le responsabilità?

Sembra che Monti e gli ordini  di Napolitano se li siano dimenticati tutti…

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