Si delineano le premesse per l’ingovernabilità del Paese

Sebbene manchino ancora più di due mesi per andare a votare, (dovremmo recarci il 4 marzo prossimo),  la campagna elettorale è già cominciata con modi e toni molto aspri e senza esclusione di colpi che non risparmiano nulla e nessuno.

Fin qui nulla di nuovo perché queste battaglie venivano già combattute quando si affrontavano Comunisti e Democristiani, Centro-Destra e Centro-Sinistra, ma alla fine si configurava quasi sempre una maggioranza che governava ed una minoranza che si attestava all’opposizione.

Questa volta, però, c’è una novità importante che riguarda il numero dei pretendenti a varcare la soglia di Palazzo Chigi, che sono diventati 3 con potenziali chanches, allo stato,  pressoché egualitarie.

Questo nuovo sistema complica la governabilità del Paese, a meno ché i rispettivi leader delle forze in campo, non modifichino le loro strategie, più volte annunciate e ripetute, compromettendone ovviamente la loro credibilità.

Infatti, il M5S di Grillo ribadisce ad ogni piè sospinto che non farà mai alleanze con nessuno. Il Centro-Destra  di Berlusconi & Company è convinto di poter vincere da solo e Renzi con una notevole fetta della sinistra, esclude aprioristicamente qualsiasi tipo di “larghe-intese” fiducioso che il PD alla fine riuscirà a trovare l’unità e tutto si risolverà per il meglio.

Conoscendo la nostra classe politica, sempre disponibile a scendere a compromessi con la propria coscienza, non ci stupiremmo più di tanto se i vari “capipopolo”  rinnegassero i propri impegni assunti sostenendo che tutto si fa per il bene dell’Italia e degli Italiani, ma saranno certamente in molti a non crederci.

L’aspetto maggiormente preoccupante è la nuova legge elettorale, il “Rosatellum” perché sembra fatta apposta per favorire gli “inciuci” e, quindi, il malgoverno.

La ragione sta nel fatto che le alleanze e le “ammucchiate” ora si possono fare anche dopo il voto, per cui può capitare che si esprime una preferenza per un partito o per un candidato e poi vengono imposte soluzioni diverse ed a volte anche diametralmente opposte (ne siamo pieni in questa legislatura!).                         

Da notare che nella sinistra del PD le turbolenze non si placano per cui non sorprende che in un intervento pubblico, il presidente del Senato, Pietro Grasso  abbia definito Renzi “un politico senza più un futuro” creando ulteriori malumori e divisioni sempre più profondi ed irreversibili.

Tutto ciò premesso, sembra assai verosimile che nessuno dei tre schieramenti conquisti al primo appuntamento di marzo, il numero necessario per governare e forse si ricorrerà ancora una volta  ad un governo del Presidente ed un ritorno alle urne con tutte le conseguenze possibili e facilmente immaginabili.

A colmare questo vuoto sarà certamente il Premier Paolo Gentiloni  che pare abbia già avuto la  benedizione di tutti, Mattarella compreso.                                                                                

                                                                      

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