Il Paese di Pulcinella

Qualche tempo fa abbiamo assistito ad una feroce indignazione popolare perché alcuni autorevoli giornali stranieri avevano definito il nostro paese “La patria degli spaghetti e del mandolino”.

L’onta aveva toccato i nervi scoperti del nostro orgoglio nazionale e si è cercato in tutti i modi di dimostrare quanto fosse ingiusta e menzognera.Fin qui nulla di trascendentale e l’increscioso caso venne archiviato senza alcuna querelle diplomatica, né richieste di scuse formali o chiarimenti di qualsivoglia natura. Al contrario, il noto caso dei nostri due Marò accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati, ha creato un vero e proprio vulnus diplomatico col governo di Nuova Delhi dagli sviluppi certamente gravi ed imprevedibili. Premesso che, nella circostanza, le autorità indiane si sono comportate in modo arrogante e prepotente, mettendo in atto un diabolico stratagemma per dirottare la nostra nave mercantile nelle loro acque territoriali e, quindi, giudicare i presunti colpevoli con la loro legge che in casi del genere prevede anche la pena di morte, la reazione  del nostro governo è stata quanto mai scomposta ed insipiente, trasformandosi subito in un devastante boomerang che ha devastato quel poco di credibilità ancora rimasta al nostro esecutivo ed agli organismi rappresentativi e trascinando il Paese in una sconcertante diatriba politico-giuridica di cui certamente non avremmo avuto bisogno. Non conosco nei dettagli i fatti e le circostanze se non quelle riportati dai media, quindi, non oso giudicare colpevoli o innocenti i due fucilieri della Marina militare italiana, ma come, purtroppo spesso accade, il rimedio è risultato peggiore del male. E’ anche vero che l’alta Corte di giustizia indiana avrebbe potuto e dovuto fare di meglio e di più, mettendo fine ai balletti dei rinvii e degli inaccettabili temporeggiamenti, anche in virtù degli ottimi rapporti commerciali esistenti tra i due paesi, ma il governo Monti, pur essendo in carica per gli “affari correnti”, si è comportato come un gruppo di dilettanti allo sbaraglio. Tutti sapevamo che il nostro ambasciatore in India aveva garantito, con un atto ufficiale scritto e controfirmato, il rientro dei Marò dopo le quattro settimane trascorse in Italia per esercitare il loro diritto di voto. Eppure, con una mossa irresponsabile e biasimevole, il nostro governo ha deciso il contrario, reintegrando i due militari in servizio nei loro reparti di appartenenza. Tutto ciò ha causato l’impedimento al nostro diplomatico di svolgere i propri incarichi istituzionali impedendogli di lasciare il paese e gettando un’ombra sinistra sulla nostra serietà e credibilità internazionale con gravi ripercussioni anche sui mercati internazionali. In queste ultime ore si è appreso, con comprensibile sarcasmo, che il governo, forse su pressioni del Capo dello Stato, ha fatto “macchina indietro” rimandando in India i nostri due militari, tra il comprensibile sghignazzare dei governanti europei e mondiali ed i commenti ironici e caustici dell’opinione pubblica dell’intero paese. Certo che accostare l’Italia alle trovate ed agli atteggiamenti di Pulcinella, sarebbe un affronto ed una grande offesa per la maschera napoletana, di certo più responsabile e credibile dei nostri tecnici trasformati, irresponsabilmente, in politici.

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