“Golpe Borghese” nella notte della Madonna dell’8 dicembre ’70. Quale verità?

Roma, 10 ottobre – “Anime Nere – Personaggi, storie e misteri dell’eversione di destra”, scritto da Massimiliano Griner (Sperling&Kupfer Editore, 18,00 euro), in libreria da alcuni giorni, racconta dell’ eversione di destra, una realtà molto difficile per rilevare le differenze dei vari movimenti e l’insieme complessivo. Facendo parlare i documenti, intervistando personaggi mai interrogati, l’autore rivisita i capitoli  dell’estremismo nostrano. E così, dagli attentati ai treni (agosto 1969), al tentativo del colpo di Stato (1970), passando per la strage di Peteano (1972) ed altri eventi tragici, le “anime nere” degli anni Sessanta e Settanta rivivono in un racconto articolato e documentato, dal quale riaffiorano le paure e la follia di quegli anni. Proprio sul tentato colpo di Stato, nella notte fra il 7 e l’8 dicembre del 1970, organizzato dal “Principe Nero” Junio Valerio Borghese (in foto), vogliamo soffermarci (da pagg. 299). Al riguardo, scrive l’autore:””Il golpe Borghese, tentato la notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970, è tuttora un grosso enigma storiografico. Quello che sappiamo deriva da un paio di indagini della Magistratura, fortemente influenzate però dal Governo e dai suoi interessi, in questo caso Giulio Andreotti…..Se Borghese avesse potuto contare soltanto sugli uomini e mezzi (compresi i Forestali, come evidenziatisi nelle fasi processuali), il golpe della notte dell’ Immacolata sarebbe stata semplicemente una follia. Con il tempo abbiamo intuito che il tentativo poteva contare su uno schieramento ampio di alti Ufficiali dell’Esercito e dell’Aeronautica per fronteggiare situazioni limite, come un’invasione militare o un’insurrezione….Esattamente come avvenuto in Grecia….Verso mezzanotte, però, quando gli uomini di (Stefano) Delle Chiaie erano già entrati nell’armeria del Viminale (Ministero dell’Interno), il tentativo golpista fu fermato da un ordine emesso dallo stesso Borghese. In epoca recente è emerso, dal fondo di un armadio dimenticato, una sorta di testamento politico del principe. Secondo questo documento, a dare il contrordine sarebbe stato Giulio Andreotti, dopo che un Ufficiale del SIOS (servizi informativi di Forza Armata), rimasto anonimo, avrebbe rivelato il piano segreto ai vertici del SID (il Servizio Segreto), che avevano informato il PCI. Il piano era diretto ad attivare uno dei tanti piani di emergenza predisposti dalle FF.AA…..”” Lasciando per un momento il libro in trattazione, ricordiamo, ad integrazione, che quel tentato golpe fu al centro anni addietro di una approfondita inchiesta nella trasmissione di RaiTre, “La storia siamo noi”, condotta da Giovanni Minoli, con le dichiarazioni dell’ultra  settantenne Adriano Monti, ex medico di Rieti, con posizione di rilievo nel piano golpista, il quale ha riferito del consenso degli USA al progetto, ma anche la condizione da loro pretesa circa la nomina a capo della giunta militare di Giulio Andreotti. Al riguardo, va rilevato che fu proprio Giulio Andreotti, nel 1974, quale Ministro della Difesa, secondo alcune fonti, a far sì che venissero cancellati dai rapporti redatti dal Sid per la Magistratura, i nominativi degli alti ufficiali piduisti coinvolti in quella notte, tra i quali anche Giovanni Torrisi, successivamente nominato Capo di Stato Maggiore della Marina (dal 1 agosto 1977 al 31 gennaio 1980) e, successivamente, Capo di Stato Maggiore della Difesa (sino al 29 settembre 1981), ma anche dello stesso Licio Gelli, che aveva il compito di organizzare il rapimento del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat…… Risulta, attingendo ancora da altre fonti, che furono coinvolti nel golpe anche i movimenti extra parlamentari “Ordine Nuovo” e “Avanguardia Nazionale”, come intensi furono anche i rapporti con la mafia siciliana e la ‘Ndrangheta calabrese, tanto che il giornalista Mauro De Mauro sarebbe stato ucciso proprio perchè scoprì quei collegamenti tra “Il Principe Nero” e Cosa Nostra. Il finanziamento, secondo alcune risultanze processuali, pervenne da alcuni importanti settori imprenditoriali liguri. Tornando al libro in trattazione, “Anime Nere”, interessante l’intervista (pag. 305) a “L’uomo della Forestale”, che ha accettato di farsi intervistare dall’autore purchè non venisse menzionato il suo nome. Viene confermato che il piano prevedeva che i militari coinvolti partecipassero- per così dire, a loro insaputa- semplicemente ottemperando a un ordine dei loro superiori. Come noto, gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Cittaducale (RI), avrebbero dovuto, con in testa il Comandante, Colonnello Berti, occupare la RAI di via Teulada. Quindi, concludendo, golpe da operetta? Solo il buon Dio lo sà ; ma, la verità vera, probabilmente, è conosciuta anche da talune persone, ancora in vita…..politici e non politici. Torniamo, anche qui, alle verità indicibili…, gloria ingloriosa di questa nostra strana Repubblica. Una cosa è certa: la verità anche in questo gravissimo evento (come per le stragi), non è stata raggiunta. La cosa ancor più grave è che, tuttora in circolazione, ci potrebbero essere “soggetti” che – sfuggiti dalle maglie dell’inchiesta, per fortuna o altri oscuri motivi- hanno attentato, allora, al nostro ordinamento costituzionale e democratico, con l’aggravante che, probabilmente, tali traditori del giuramento di fedeltà alla Repubblica, possano aver militato, con incarichi di responsabilità, anche nell’ambito dello stesso Stato che volevano abbattere…..La democrazia, lo sappiamo, è un bene incommensurabile che va difeso ad oltranza; con coraggio dobbiamo dire, anche oggi! Quanti Magistrati (ben 27!), sono morti uccisi dai terrorismi e dalle mafie; quanti rappresentanti delle Forze dell’Ordine (centinaia), ancora, sono caduti sul Fronte del Dovere per onorare quel principio di legalità che avevano scelto come propria linea guida attraverso il giuramento.

Per Loro, ma soprattutto per i cittadini (moltissimi tra essi  deceduti, vittime inconsapevoli, a seguito di atti criminali di varia natura, quali stragi e attentati), bisogna fare di tutto perchè si giunga alla verità, ma ad una verità vera, giammai ad  una verità farsa, come nel caso del golpe della “Notte della Madonna”, secondo la “vulgata” ufficiale capeggiata da cinque o sei pensionati ultrasessantenni e velleitari..come anche  da Ufficiali “trombati”….con aspirazioni di ulteriore carriera…, quasi una Commedia del grande, grandissimo Eduardo De Filippo!!

 

 

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