Continua la fuga di Salvini

Roma, 16 settembre 2018 – In politica, come nella vita, oltre alla bravura ed alle attitudini congeniali e specifiche, occorre essere anche un po’ fortunati e la conferma, qualora ce ne fosse bisogno, ce la offre  la scalata al potere del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Salvini.

Si tratta, ovviamente, di un assioma virtuale perché soltanto gli Italiani ne stabiliranno la matematica certezza nel ristretto ambito della cabina elettorale.

Per quanto ci riguarda, precisiamo subito che non siamo i difensori d’ufficio del segretario della Lega e nemmeno degli stregoni alle prese con la sfera di cristallo, bensì degli osservatori  che scrutano ed ipotizzano i prevedibili sviluppi dell’attuale situazione non certo facile per chi è destinato a gestirne il nostro Paese.

Lo abbiamo detto e ripetuto numerose volte che i sondaggisti più o meno accreditati, spesso prendono delle clamorose “cantonate”, ma sulla crescita dei consensi nei confronti di Salvini crediamo  ci sia ben poco da dire e meno da fare.

È fuori dubbio che, grazie a tutta una serie di fatti e circostanze di natura politica, economica e giudiziaria, il massimo esponente leghista stia accarezzando l’ipotesi di “sfrattare” da Palazzo Chigi, il professor Conte avvalendosi proprio della sua pluriennale esperienza nel Parlamento Europeo.

Uno dei più agguerriti cavalli di battaglia di Salvini resta ancora l’emergenza migranti che ha “scosso” la magistratura, beccandosi una denuncia per sequestro di persona ed altri reati gravi punibili con pene molto severe.

Il fatto si riferisce alla vicenda della nave “Diciotti” e mentre alcuni ritenevano che l’accaduto avrebbe danneggiato il Ministro dell’Interno, molti altri sono convinti che sia stato fatto un ulteriore omaggio perché, è ormai chiaro a tutti, che l’indiscriminata e generalizzata accoglienza faccia veramente paura alle nostre comunità centrali, montane e periferiche.

A tutto ciò va aggiunto il dissenso notevole all’interno del M5S e la sostanziale unità del centro-destra su alcune vertenze rilevanti, il che potrebbe portare ad elezioni anticipate anche nel breve termine.

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