Vincenzo Boccia, nuovo Presidente di Confindustria

Roma, 27 maggio – Vincenzo Boccia, 52enne salernitano, dopo essere stato designato il 31 marzo dal consiglio generale di Confindustria quale  presidente nazionale dell’associazione degli industriali, ne è stato  eletto nell’assemblea del 26 maggio 2016.

Nell’assumere la carica, ha testimoniato la sua commozione per l’importante incarico e la responsabilità connessa a cui è stato chiamato.

Ringraziando le Autorità presenti, non ha tralasciato di salutare il padre, Orazio, presente  in platea.

Nel suo discorso inaugurale, ha subito chiarito che il suo mandato mirerà ad incoraggiare e valutare il merito, la capacità di rappresentare le imprese e la passione nel fare il tutto

Ha quindi ricordato la necessità di dover raccontare ai più giovani l’identità industriale di questo paese che ha compiuto passi da gigante dal dopoguerra ad oggi,  accrescendo ricchezza,  benessere e opportunità a tutti i cittadini, manifestando il desiderio di cominciare dalle nostre imprese: della manifattura, delle costruzioni, dei servizi,  del turismo,  della cultura. 

Sull’economia, ha precisato  che è ripartita ma non è in ripresa, con una risalita molto modesta, deludente che non ci porterà in tempi brevi ai livelli pre-recessione, evidenziando che le aziende che hanno superato la crisi sono quelle che hanno colto le opportunità rinnovandosi mentre quelle che non hanno cercato la rinascita, hanno chiuso le attività produttive.

Boccia, proprio su questo punto, ha detto che  “Dobbiamo crescere. Crescere deve diventare la nostra ossessione, il nostro dovere, la nostra responsabilità verso il Paese”

Rivolgendosi poi ai banchieri, il neo Presidente ha chiesto loro di tornare dentro le imprese a parlare con gli imprenditori, specificando poi: ” Dovete venire nei nostri capannoni, non nei vostri uffici”.

Non è mancato l’invito ai sindacati ad un incontro perchè “con i profitti al minimo storico, lo scambio salario/produttività è l’unico praticabile”. “Abbiamo messo in moto il cambiamento nella contrattazione con gli accordi interconfederali degli anni passati: questi devono costituire la base per andare oltre”, porgendo così la mano al Governo, assertore di tale teoria.

Boccia  ha citato Bruno Munari, il più eclettico artista- designer italiano il quale diceva:  “Complicare è facile, semplificare è difficile” aggiungendo che “la semplificazione è il segno dell’ intelligenza” e, per concludere “Ecco noi dobbiamo sforzarci di essere intelligenti nell’ aggiustare, pezzo dopo pezzo,  la nostra spesa pubblica. Va riconosciuto al Governo di averne avviato il contenimento, ma noi pensiamo che ancora molto vada fatto”.

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