
Lussemburgo,15 marzo 2022 – Mentre risuonano sinistramente le sirene con cadenza crescente e si inasprisce il conflitto in corso in terra di Ucraina, appaiono rilevanti alcuni aspetti finanziari di questa sciagurata guerra cui nessuno pensava di poter assistere, dato il consolidato clima di distensione indotto dalla globalizzazione delle maggiori economie del pianeta.
Alle dure sanzioni già applicate alla Russia dai paesi occidentali allo scopo di por fine al conflitto in corso in Ucraina, sta per essere aggiunto un quarto pacchetto di provvedimenti che, nelle intenzioni, dovrebbero dissuadere il Presidente Putin dal continuare le operazioni militari nonché favorire una condivisa soluzione diplomatica dell’evento bellico in corso.
In questo contesto, fra le sanzioni finanziarie già applicate, spicca il decretato declassamento, da parte delle principali agenzie specializzate, del rating del debito pubblico internazionale della Russia (prestiti contratti soprattutto in dollari ed euro).
Entro il 4 aprile prossimo, la Russia dovrà infatti rimborsare, fra interessi e scadenze di prestiti, circa tre miliardi di dollari.
Orbene, la chiusura imposta alla Russia al circuito bancario internazionale renderà pressoché impossibile reperire tale importo in valuta estera, con conseguenti prospettive di default per l’intero debito russo in essere che ammonta a poco meno di 500 miliardi di dollari.
Il Governo russo, nell’estremo tentativo di evitare il default, ha previsto di rimborsare tali prestiti in rubli, ma appare pressoché certo che tale soluzione non venga accettata né dalle agenzie di rating ,né dai mercati, né tanto meno dai creditori.
Pertanto, a meno che non si giunga ad un tempestivo “cessate il fuoco” accettato dalla Russia ed alla rapida rimozione delle sanzioni finanziarie a suo carico, non si vede come si possa scongiurare tale disastroso default incombente, tanto per lo stato debitore quanto per gli stessi creditori.
Prevediamo che, comunque vada, nessun sottoscrittore (perfino se regolarmente rimborsato nella valuta di emissione) si sognerebbe poi di riacquistare titoli russi di nuova emissione, rendendo così impossibile il rifinanziamento dell’intero debito pubblico internazionale russo.
A nostro modo di vedere, il Presidente Putin si trova in una situazione dalla quale si sente costretto a venir fuori come vincitore.
Tuttavia, colpito duramente dalle sanzioni occidentali, e già condannato precedentemente dall’assemblea dell’Onu, finirà per accettare obtorto collo, di porre fine al conflitto, concedendo forse più di quanto avesse previsto, al fine e nella speranza di recuperare progressivamente almeno una parte di credibilità – e di accesso ai mercati – di cui la Russia fruiva prima dell’inizio della guerra.
Se ciò avvenisse, ce lo auguriamo, potremmo finalmente considerare disinnescato ogni rischio di inasprimento del conflitto e di allargamento dello stesso ad altri Stati.
DEL DIRETTORE
Personalmente, più che nel tentativo di porre fine al conflitto in corso in Ucraina, sembra una manovra mirata ad indebolire la Russia, visto che per 8 anni di guerra in quella Regione, nessuno se ne è mai occupato…