Presso il congedo

Presso il congedo

Ho sempre in mente, anche da lontano,
le tue stanche infinite giornate
e il tuo leggermi silente oltre gli occhi
tra i solchi dolorosi della vita.

E il poco tempo che ora ci rimane
è un nodo in gola che sale silenzioso,
mentre osservo la morte che ti è accanto:
è un onda nera che si prepara
a travolgermi le retine, il cuore,
spezzandomi le ali nel mio volo
verso il tuo amore.

Cicale cadenzano una triste melodia
che annuncia la pienezza dell’estate,
mentre le immagini di noi, lungo il filo
del ricordo, si disegnano da sole,
come miraggi che sfumano e si ripetono:
luci tremule in mezzo alle tue tenebre,
nel lento avvicendarsi delle lune.

È un urlo disperato e solo, il mio,
che si perde lontano.


© GabriellaTomasino ©

Presso il congedo

Ho sempre in mente, anche da lontano,
le tue stanche infinite giornate
e il tuo leggermi silente oltre gli occhi
tra i solchi dolorosi della vita.

E il poco tempo che ora ci rimane
è un nodo in gola che sale silenzioso,
mentre osservo la morte che ti è accanto:
è un onda nera che si prepara
a travolgermi le retine, il cuore,
spezzandomi le ali nel mio volo
verso il tuo amore.

Cicale cadenzano una triste melodia
che annuncia la pienezza dell’estate,
mentre le immagini di noi, lungo il filo
del ricordo, si disegnano da sole,
come miraggi che sfumano e si ripetono:
luci tremule in mezzo alle tue tenebre,
nel lento avvicendarsi delle lune.

È un urlo disperato e solo, il mio,
che si perde lontano.
© GabriellaTomasino ©

By Gabry 
19-03-2017 – (17/06/ 2015)

 

Presso il congedo

Ho sempre in mente, anche da lontano,
le tue stanche infinite giornate
e il tuo leggermi silente oltre gli occhi
tra i solchi dolorosi della vita.

E il poco tempo che ora ci rimane
è un nodo in gola che sale silenzioso,
mentre osservo la morte che ti è accanto:
è un onda nera che si prepara
a travolgermi le retine, il cuore,
spezzandomi le ali nel mio volo
verso il tuo amore.

Cicale cadenzano una triste melodia
che annuncia la pienezza dell’estate,
mentre le immagini di noi, lungo il filo
del ricordo, si disegnano da sole,
come miraggi che sfumano e si ripetono:
luci tremule in mezzo alle tue tenebre,
nel lento avvicendarsi delle lune.

È un urlo disperato e solo, il mio,
che si perde lontano.
© GabriellaTomasino ©

By Gabry 
19-03-2017 – (17/06/ 2015)

Presso il congedo

Ho sempre in mente, anche da lontano,
le tue stanche infinite giornate
e il tuo leggermi silente oltre gli occhi
tra i solchi dolorosi della vita.

E il poco tempo che ora ci rimane
è un nodo in gola che sale silenzioso,
mentre osservo la morte che ti è accanto:
è un onda nera che si prepara
a travolgermi le retine, il cuore,
spezzandomi le ali nel mio volo
verso il tuo amore.

Cicale cadenzano una triste melodia
che annuncia la pienezza dell’estate,
mentre le immagini di noi, lungo il filo
del ricordo, si disegnano da sole,
come miraggi che sfumano e si ripetono:
luci tremule in mezzo alle tue tenebre,
nel lento avvicendarsi delle lune.

È un urlo disperato e solo, il mio,
che si perde lontano.
© GabriellaTomasino ©

By Gabry 
19-03-2017 – (17/06/ 2015)

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