A tavola

Enogastronomia. In Casentino il 2016 porterà un nuovo (vecchio) vino

camaldoli Monastero benedettiniGrazie alle pratiche enologiche dei monaci del monastero di Camaldoli, in Casentino è rinato un vino dei Benedettini di tanti secoli fa e verrà presentato proprio nei primi giorni del nuovo anno.

Roma, 31 dicembre – Nei primi giorni del nuovo anno verranno stappate delle bottiglie molto particolari.

Dove? In Casentino, provincia di Arezzo. Una delle valli più belle dell’Appennino, che si estende tra Arezzo (appunto) e Firenze. Il vino in oggetto è quello che bevevano i monaci benedettini del Monastero di Camaldoli nel XIII secolo.

A ricostruirne l’identità è stata l’Unità di ricerca per la Viticoltura del Crea, che ha condotto un’indagine bibliografica e di campagna per riprodurre il vino con le varietà di vite e le tecnologie impiegate storicamente mille anni fa.

Le prime anticipazioni evidenziano un prodotto complesso, dal colore rosso intenso e dalle caratteristiche aromatiche molto particolari. In sostanza i ricercatori hanno ricreato un prodotto gustoso e antico e hanno spiegato che nella prima fase del loro lavoro hanno dovuto individuare e recuperare ben 21 varietà autoctone, ancora presenti in piccoli vigneti ‘relitto’ della valle del Casentino.

Nella primavera 2016, annuncia il Crea, il vino verrà poi presentato ufficialmente, in uno dei momenti più significativi nei quali sarà celebrata l’antica tradizione produttiva di un territorio dove la pratica agricola è da sempre parte integrante delle attività del Monastero di Camaldoli. Uno dei più affascinanti e importanti della zona, immerso com’è in quelle foreste secolari che sono il polmone verde dell’Italia centrale.

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