Arti marziali

Il Ju Jitsu – II – La Difesa Personale Kansen Ryu

“La Forza contrapposta alla Tecnica” – Il corpo deve essere fluido come l’acqua.

ju jitsu ii e la difesa personale kansen ryu

Roma 16 dicembre – Quando mi trovo di fronte a un allievo che esegue una tecnica, sia bambino che adulto, la domanda più frequente è: “Devo usare più forza? Perché non riesco a fare la tecnica”. Ed io rispondo: “No, devi imparare la tecnica giusta”.

Quindi quello che, agli inizi, si chiede un allievo di Ju Jitsu o Difesa Personale è “quanta forza devo usare e quanta tecnica devo applicare per poter fare un esecuzione della tecnica in maniera  efficace?”.

Innanzitutto è necessario capire cosa significa Ju Jitsu ovvero “arte della cedevolezza”, quindi italianizzando il tutto significa che devo assorbire l’attacco del mio avversario e non opporre resistenza; attraverso la tecnica dei Tai Sabaki (spostamenti circolari del corpo) è possibile difendersi da un attacco in maniera semplice ed efficace.

La cosa più importante che deve imparare un Jutsu ka (praticante di Ju Jitsu) ed un praticante di Difesa Personale è usare e dominare la tecnica degli spostamenti circolari, attraverso questi si può parare un attacco e nello stesso tempo creare uno squilibrio necessario, per esempio, per eseguire una proiezione dell’avversario a terra.

La Difesa Personale Kansen Jitsu Ryu è composta da diverse discipline marziali come il Judo, Ju Jitsu, Karate, Karate Jitsu, Aikido e Aiki Jitsu e quindi sfrutta come principio basilare di difesa, i Tai Sabaki ma, essendo Difesa Personale, prende il meglio di queste discipline marziali e crea delle tecniche adatte ad ogni tipo di attacco in maniera tale che chi si difende, possa rispondere in maniera semplice e efficace.

 

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