Il Missile Nucleare “Invincibile” Burevestnik: la Russia dimostra la sua ultra potenza
La Russia ha testato con successo il missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik, definito "invincibile" da Putin. Grazie al suo reattore miniaturizzato, l'armamento vanta una gittata quasi illimitata, capace di eludere i sistemi di difesa attuali. Il test del Burevestnik (SSC-X-9 Skyfall) è una chiara dimostrazione di deterrenza nei confronti della NATO e riaccende il dibattito sulle tensioni geopolitiche globali, in parallelo alle dichiarazioni di Mosca sulla stasi del processo di pace in Ucraina.

La Russia ha completato con successo un test del suo missile da crociera a propulsione nucleare, il Burevestnik (noto alla NATO come SSC-X-9 Skyfall), che il Presidente Putin definisce “senza eguali al mondo” e “invincibile“. Questo armamento strategico ha una gittata quasi illimitata grazie al suo reattore nucleare miniaturizzato, rappresentando un’enorme flessibilità tattica e la capacità di eludere i sistemi di difesa missilistica esistenti. L’evento, confermato dal Cremlino, ha riacceso il dibattito internazionale sulle tensioni geopolitiche e sulla deterrenza nucleare.
Il Test Straordinario del Missile a Propulsione Nucleare
Il test, avvenuto il 21 ottobre, secondo il capo di Stato maggiore russo Valerij Gerasimov, ha visto il missile coprire una distanza impressionante di 14.000 chilometri in 15 ore. Ma la vera peculiarità del Burevestnik – noto in ambito NATO come SSC-X-9 Skyfall – risiede nel suo rivoluzionario sistema di propulsione. A differenza dei missili da crociera tradizionali, il Burevestnik impiega un reattore nucleare miniaturizzato per alimentare il suo volo, conferendogli una gittata operativa quasi illimitata. Questa caratteristica lo rende un’arma strategica di inaudita flessibilità, capace di aggirare le difese missilistiche esistenti e di mantenere una minaccia persistente su qualsiasi punto del globo.
Sfugge ai radar il missile nucleare “invincibile” della Russia
I progettisti russi sostengono che il Burevestnik sia in grado di operare a bassa quota, tra i 50 e i 100 metri, rendendone il rilevamento estremamente difficile per i radar convenzionali. Questa capacità di volo radente, combinata con manovre imprevedibili, dovrebbe permettergli di penetrare i sofisticati sistemi di difesa aerea e antimissile sviluppati dagli Stati Uniti e dai loro alleati. “Le caratteristiche tecniche del Burevestnik – ha dichiarato Putin – consentono di utilizzarlo contro bersagli altamente protetti a qualsiasi distanza con precisione garantita, con elevate capacità di bypassare i sistemi antimissile e di difesa aerea”.
l Burevestnik si unisce così ad altri sistemi avanzati, come il missile balistico intercontinentale RS-28 Sarmat (SS-30 Satan 2) e il veicolo ipersonico Avangard, tutti intesi a riaffermare la parità strategica della Russia nel contesto geopolitico attuale. L’ordine di Putin di procedere con la preparazione delle infrastrutture necessarie per l’entrata in servizio operativo del Burevestnik si inserisce nel clima delle tensioni globali. Con la Germania che si riarma, come già verificatosi nella storia.
La vera peculiarità del Burevestnik – noto in ambito NATO come SSC-X-9 Skyfall – risiede nel suo rivoluzionario sistema di propulsione. A differenza dei missili da crociera tradizionali, il Burevestnik utilizza un reattore nucleare miniaturizzato per alimentare il suo volo, conferendogli una gittata operativa quasi illimitata. Questa caratteristica lo rende un’arma strategica di inaudita flessibilità, capace di aggirare le difese missilistiche esistenti e di mantenere una minaccia persistente su qualsiasi punto del globo.
Le debolezze della super arma di Putin ? Chissà: la velocità del missile, ritenuta subsonica, potrebbe rappresentare un punto di vulnerabilità. Più a lungo un missile rimane in volo, maggiore è il rischio di essere intercettato una volta che i sistemi di sorveglianza e difesa riuscissero a rilevarlo.
Burevestnik: L’Arma Che Sfugge Ai Radar
I progettisti russi sostengono che il Burevestnik sia in grado di operare a bassa quota, tra i 50 e i 100 metri, rendendone il rilevamento estremamente difficile per i radar convenzionali. Questa capacità di volo radente, combinata con manovre imprevedibili, dovrebbe permettergli di penetrare i sofisticati sistemi di difesa aerea e antimissile sviluppati dagli Stati Uniti e dai loro alleati.
“Le caratteristiche tecniche del Burevestnik – ha dichiarato Putin – consentono di utilizzarlo contro bersagli altamente protetti a qualsiasi distanza con precisione garantita, con elevate capacità di bypassare i sistemi antimissile e di difesa aerea.”
Il Burevestnik si unisce così ad altri sistemi avanzati russi, come il missile balistico intercontinentale RS-28 Sarmat (SS-30 Satan 2) e il veicolo ipersonico Avangard, tutti intesi a riaffermare la parità strategica della Russia nel contesto geopolitico attuale. L’ordine di Putin di procedere con la preparazione delle infrastrutture necessarie per l’entrata in servizio operativo del Burevestnik si inserisce nel clima delle tensioni globali, anche alla luce del riarmo di alcune nazioni europee.
Un potenziale punto debole? Alcuni analisti suggeriscono che la sua velocità subsonica potrebbe rappresentare una vulnerabilità. Più a lungo un missile rimane in volo, maggiore è il rischio di essere intercettato, qualora i sistemi di sorveglianza e difesa riuscissero a rilevarlo.
Obiettivo: deterrenza massima e messaggio alla NATO
La mossa di Mosca, in un momento di elevatissima frizione internazionale, in particolare per la guerra in Ucraina, serve a un duplice scopo.
- È una chiara dimostrazione di forza e un messaggio di deterrenza nei confronti della NATO.
- È volta a scoraggiare ogni ipotesi di intervento diretto e a rassicurare l’opinione pubblica interna sulla superiorità tecnologica russa.
Il successo del test è anche una risposta a chi reputava che le sanzioni internazionali potessero mettere in ginocchio la capacità di sviluppo tecnologico militare della Russia. Il fantasma nucleare con gittata infinita è ora più vicino a diventare una realtà operativa.
La situazione della pace con l’Ucraina
In questo clima di tensione, si inseriscono le dichiarazioni del Cremlino sul processo di pace con l’Ucraina.
“Trump capisce che non ci sono motivi per pensare che si possano fare progressi nel processo di risoluzione della pace in tempi brevi”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, citato dalla Tass.
Peskov ha poi aggiunto che “gli ucraini non vogliono alcun processo di pace. La loro riluttanza è provocata dagli europei, dall’Unione Europea. Vediamo che l’Unione Europea è letteralmente impazzita. Ecco perché abbiamo una pausa”.






