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Meno auto con l’antenna radio: il Garante lancia l’allarme per la circolazione delle idee

L’Autorità per le Comunicazioni invia una segnalazione e invoca il varo di una legge, in quanto le Case auto vendono sempre più modelli privi di dispositivi capaci di ricevere le stazioni in FM e in digitale: “A rischio la libera circolazione delle idee”

Meno auto con l’antenna radio uguale rischio per la libera circolazione delle idee: l’Autorità per le Comunicazioni (AGCOM) invia una segnalazione e invoca il varo di una legge, in quanto le Case auto vendono sempre più modelli privi di dispositivi capaci di ricevere le stazioni in FM e in digitale.

Allarme rosso: meno auto con l’antenna radio

Il Garante lancia l’allarme silenzio che avanza. In un’epoca definita dalla rapidità della comunicazione e dalla pervasività del digitale, emerge un paradosso tecnologico che rischia di minare uno dei pilastri della democrazia: la libera circolazione delle idee. Una scelta apparentemente innocua, dettata forse da logiche di mercato o da un’eccessiva fiducia nelle nuove frontiere della connettività, quella della Case auto. Ma per l’AGCOM tutto qiesto sta ponendo a serio rischio la capacità dei cittadini di accedere a un’informazione diversificata e indipendente, fondamentale per un’opinione pubblica consapevole. La richiesta è perentoria: è necessario il varo di una legge che tuteli l’accesso alla radiofonia via etere.

Il progressivo declino dell’antenna: una questione non solo tecnica

Per molti, l’antenna radio sull’auto è un elemento quasi scontato, un dettaglio architettonico del veicolo, la cui funzione è data per acquisita. Eppure, la sua progressiva scomparsa dai modelli di nuova produzione è un sintomo di una tendenza più ampia che merita un’analisi approfondita. Non si tratta solo di una questione tecnica o estetica, ma di un fenomeno che incide profondamente sul nostro rapporto con l’informazione. Le Case automobilistiche tendono a privilegiare sistemi di infotainment basati sulla connettività internet, offrendo accesso a piattaforme di streaming musicale, podcast e, in alcuni casi, web radio. A prima vista, sembrerebbe un’evoluzione naturale e positiva: più scelta, più personalizzazione, un’esperienza multimediale più ricca. Ma è proprio qui che si annida la potenziale trappola.

La radio tradizionale, sia in FM che in digitale (DAB+), funziona attraverso la ricezione di un segnale via etere, non dipendente dalla connessione internet. Questo la rende intrinsecamente resiliente a interruzioni di rete, a problemi di copertura o alla necessità di piani dati costosi. In scenari di emergenza, come calamità naturali o black-out diffusi, la radio si è sempre dimostrata uno strumento indispensabile per la diffusione rapida e capillare di informazioni vitali. L’assenza di un ricevitore radio nelle auto nuove significa che, in tali circostanze, una parte significativa della popolazione in movimento si troverebbe isolata dalla fonte informativa più affidabile e immediata. Questo è un primo e innegabile aspetto di vulnerabilità che l’AGCOM ha giustamente messo in evidenza.

La radio: un presidio di pluralismo e democrazia

Al di là delle contingenze emergenziali, la preoccupazione più profonda sollevata dal Garante riguarda la libera circolazione delle idee. La radio, con la sua capillarità e accessibilità, rappresenta ancora oggi un presidio insostituibile per il pluralismo informativo. Nonostante l’ascesa del web e dei social media, la radio mantiene un ruolo cruciale nella dieta mediatica di milioni di persone, specialmente durante gli spostamenti in auto. Le stazioni radiofoniche locali e nazionali offrono una varietà di contenuti: notiziari, approfondimenti, dibattiti, programmi culturali, musica e intrattenimento. Questa eterogeneità contribuisce a formare un cittadino più informato e critico.

Eliminare l’antenna radio dalle auto significa, di fatto, spingere gli automobilisti verso un consumo di informazioni e intrattenimento prevalentemente “on demand”, ovvero attraverso piattaforme che l’utente deve attivamente selezionare e spesso pagare. Questo introduce una serie di problematiche.

1) Il rischio di bolle di filtro e camere dell’eco: le piattaforme di streaming e i contenuti online tendono a proporre agli utenti ciò che ritengono possa interessarli, basandosi su algoritmi che analizzano le preferenze passate. Questo può portare a un consumo di informazioni autoreferenziale, dove l’utente è esposto solo a notizie e opinioni che confermano le proprie, limitando la possibilità di confrontarsi con punti di vista diversi. La radio, invece, espone l’ascoltatore a un flusso di contenuti più imprevedibile e diversificato, che può includere notiziari o discussioni su argomenti che l’utente non avrebbe cercato attivamente.

2) La dipendenza dalla connettività: l’accesso ai contenuti online è vincolato alla disponibilità di una connessione internet, che può essere assente o debole in alcune aree del territorio, specialmente quelle rurali o meno coperte. Questo crea una disparità di accesso all’informazione, escludendo potenzialmente ampie fasce della popolazione che si trovano a viaggiare in zone non servite o che non possono permettersi costosi piani dati.

3) Il costo dell’informazione: mentre la radio via etere è un servizio gratuito per l’utente finale, molte piattaforme di streaming e contenuti online richiedono abbonamenti o il consumo di dati. Questo può rappresentare una barriera economica all’accesso all’informazione, specialmente per le fasce di popolazione più vulnerabili.

4) Il ruolo del servizio pubblico: le emittenti radiofoniche di servizio pubblico, finanziate dai cittadini, hanno il compito di garantire un’informazione pluralista, imparziale e di qualità, nonché di promuovere la cultura e l’identità nazionale. L’esclusione della radio dalle auto indebolisce la portata e l’efficacia di questo servizio essenziale, limitando la sua capacità di raggiungere un pubblico ampio e diversificato.

Soluzione

Una possibile soluzione legislativa potrebbe prevedere l’obbligo per i produttori di veicoli di includere un ricevitore radio FM e DAB+ come dotazione standard, assicurando che l’utente abbia sempre la possibilità di sintonizzarsi sulle emittenti tradizionali, indipendentemente dalle altre opzioni di connettività offerte. Questo non limiterebbe l’innovazione, ma la integrerebbe con una garanzia di accesso fondamentale.

Matteo Ferrari

Giornalista di cronaca e attualità con anni di esperienza sul campo, Matteo Ferrari si distingue per la capacità di raccontare la cronaca, attualità e fatti con passione ed una particolare narrazione personale. La sua penna affilata e la sua passione per la verità lo rendono un punto di riferimento per chi cerca un'informazione affidabile, approfondita e nel contempo sintetica.
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