È cominciato il processo a Trento contro chi è accusato di aver orchestrato una vasta truffa che ha coinvolto oltre 1.100 veicoli presi a noleggio: Salvador Alejandro Llinas Onate, amministratore unico della fallita Auto Click Italia srl. Llinas Onate. In futuro, la parola passertà ai giudici, per adesso siamo alle battute iniziali. L’Adige.it riporta come l’uomo avrebbe orchestrato una meha frode per un’evasione fiscale stimata in circa 30 milioni di euro. I veicoli, invece di essere utilizzati per le finalità aziendali, sarebbero stati illecitamente rivenduti o “distratti” senza che i redditi generati fossero dichiarati al fisco.
Maxi-truffa delle auto a noleggio rivendute: l’imputato era ricercato
L’imputato, 48 anni e originario di Palma di Maiorca, era ricercato da quattro anni e destinatario di un mandato di arresto europeo. È stato rintracciato e arrestato a Taiwan nell’ottobre precedente, per poi essere estradato in Spagna, dove è attualmente detenuto. La notizia del suo arresto ha avuto risonanza internazionale, con un comunicato ufficiale del ministero dell’Interno di Taiwan.
La prima udienza si è tenuta il primo luglio davanti al GUP Enrico Borrelli, con Llinas Onate collegato in videocall dal carcere spagnolo. Le indagini della Guardia di Finanza sono scattate in seguito alle segnalazioni di società finanziarie e di leasing, tra cui una controllata di FCA Bank, con cui l’imprenditore aveva stipulato contratti di “locazione a lungo termine” di veicoli senza conducente. Tra il 2017 e il 2018, Auto Click Italia avrebbe noleggiato oltre mille auto di varie marche (principalmente Fiat, ma anche Opel, Skoda, Peugeot, Nissan, Ford, Citroen e Toyota), non pagando i canoni e rivendendole illegalmente a ignari acquirenti privati.
L’operazione investigativa, di natura transnazionale, ha portato al sequestro di circa 800 autovetture in Italia, Germania, Francia, Belgio e Grecia, per un valore di oltre 14 milioni di euro. La truffa ha colpito autosaloni in diverse città italiane e anche un commerciante tedesco, a cui venivano consegnati i veicoli senza i documenti di proprietà, che restava in capo alla società noleggiante.
Lo schema della truffa
1) Noleggio Fraudolento: L’azienda, attraverso il suo amministratore, stipulava contratti di noleggio a lungo termine con società di leasing e finanziarie. L’intento, tuttavia, non era quello di utilizzare i veicoli per scopi legittimi, ma di acquisirne il possesso.
2 Distrazione veicoli: Una volta ottenuta la disponibilità delle auto, queste venivano “distratte” dalle loro finalità originarie. Questo termine giuridico implica che i beni (le auto) sono stati sottratti all’azienda in difficoltà (poi fallita) e usati per scopi personali o illeciti, spesso per evitare che finiscano nella massa fallimentare a disposizione dei creditori.
3) Rivendita ullegale: Il passo successivo era la rivendita delle auto a privati o autosaloni, spesso a prezzi vantaggiosi, che fungeva da incentivo per gli acquirenti ignari. Il punto cruciale della frode era la mancata consegna dei documenti di proprietà, che di fatto impediva agli acquirenti di diventare i legittimi proprietari dei veicoli, mantenendo il titolo in capo alla società di noleggio originaria. Questo permetteva agli autori della truffa di incassare il denaro senza avere il diritto di vendere i beni.
4) Evasione fiscale: La mancata dichiarazione dei redditi derivanti da queste vendite illecite costituiva l’aspetto dell’evasione fiscale, quantificata in una cifra molto significativa.
Salvador Alejandro Llinas Onate è accusato di truffa e bancarotta fraudolenta. La truffa è legata all’inganno perpetrato ai danni delle società di noleggio e degli acquirenti. La bancarotta fraudolenta si configura quando l’amministratore di un’azienda fallita compie atti volti a depauperare il patrimonio sociale a danno dei creditori (ad esempio, distruggendo o occultando beni, o falsificando documenti). Il fatto che Llinas Onate fosse destinatario di un MAE evidenzia la gravità dei reati e la cooperazione giudiziaria tra i paesi europei per assicurare alla giustizia i fuggitivi. La sua cattura a Taiwan e la successiva estradizione dimostrano l’efficacia delle reti di cooperazione internazionale, che si estendono anche oltre l’Europa.
La difesa dovrà dimostrare l’innocenza o attenuare le responsabilità dell’imputato rispetto alle gravi accuse mosse dalla Procura e dalla Guardia di Finanza.
Vittime della truffa?
1) Società finanziarie e di leasing: Hanno avuto il danno economico maggiore, in quanto hanno perso il possesso dei veicoli e i canoni di noleggio.
2) Acquirenti Privati e Autosaloni: Pur avendo pagato per le auto, si sono ritrovati con veicoli di cui non potevano dimostrare la legittima proprietà, con il rischio di sequestro e perdita del denaro investito. Un esempio emblematico è il commerciante tedesco che ha versato 107mila euro per 17 veicoli senza averne il possesso legale.
3) Erario: un danno significativo a causa dell’evasione fiscale milionaria.