Inflazione percepita al 9,9% in Italia: cos’è e perché i cittadini sono molto preoccupati
Secondo l’indagine Noto Sondaggi, l’inflazione percepita in Italia è al 9,9%, mentre quella reale del 2%: di che si tratta

In Italia in un anno l’inflazione reale è salita del 2% (fonte Istat aprile 2025), ma l’inflazione percepita è al 9,9%: i cittadini sentono che quella sia il vero aumento del costo della vita. Sicché abbiamo 8 punti percentuali di differenza. Già il 2% sarebbe sufficiente, ma il 9,9% spinge un italiano su due a ridurre parecchio i consumi, eliminando il superfluo, come emerge dall’indagine Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore del Lunedì.
Inflazione percepita: cos’è e perché è importante
L’inflazione percepita si riferisce alla sensazione soggettiva delle variazioni di prezzo sperimentata dai consumatori, che può differire dal tasso di inflazione ufficiale calcolato dagli istituti di statistica. Riflette il modo in cui i consumatori percepiscono l’erosione del loro potere d’acquisto sulla base delle loro esperienze quotidiane. Comprendere l’inflazione percepita è fondamentale perché influenza la fiducia dei consumatori, le decisioni di spesa e il sentiment economico generale. Inoltre, l’inflazione percepita può fungere da indicatore anticipatore dei cambiamenti nel comportamento dei consumatori, anche prima che tali cambiamenti si riflettano nei dati economici ufficiali. Le sensazioni dei consumatori riguardo agli aumenti di prezzo possono spingerli a modificare in modo proattivo le loro abitudini di spesa.
Inflazione percepita al 9,9% in Italia: bollette da paura
D’altra parte, con l’invasione russa in Ucraina, l’UE non ha comprato più gas da Mosca, acquistandolo a prezzi notevolmente superiori altrove: ne derivano conseguenze pesantissime sia per le aziende sia per i privati. Il 61% ritiene che il proprio stipendio o pensione non siano adeguati a far fronte al costo della vita. Due persone su tre pensano che, a causa dei dazi e della guerra commerciale che potrebbe derivarne, i prezzi nei prossimi mesi cresceranno ancora. Insomma, si fa fatica a giungere alla fatidica terza settimana del mese, tirando la corda il più possibile a livello di spese per alimenti ed energia.

Divario enorme fra le due inflazioni
Si nota un divario anche nell’inflazione percepita tra diverse categorie di beni e servizi. L’aumento percepito per gli alimentari raggiunge il 13,1% a fronte di un aumento reale del 3,2%. Anche per l’abbigliamento (9,7% percepito vs 0,8% reale) e i servizi ricettivi (12,3% percepito vs 3,8% reale) si riscontra una differenza notevole.