In premessa, siamo solo alle battute iniziali, nessuna sentenza: anche il sindaco di Milano Sala indagato nell’affare urbanistica per false dichiarazioni e induzione indebita (fonte Corsera). Il primo cittadino nega ogni addebito. Ma cosa vuol dire?
Il sindaco di Milano Sala indagato: perché
Siamo nell’ambito di un’inchiesta più ampia sull’urbanistica del capoluogo lombardo. Le accuse: Il sindaco è indagato per due reati.
- False dichiarazioni: l’accusa si riferisce alla nomina di Giuseppe Marinoni come presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune.
- Induzione indebita: questa accusa è legata al progetto urbanistico del “Pirellino”, che coinvolge l’architetto Stefano Boeri e l’imprenditore Manfredi Catella del gruppo Coima.
False dichiarazioni: cioè?
Il reato di “false dichiarazioni” non esiste in modo autonomo nel Codice Penale italiano con questa esatta dicitura. L’accusa di “indagato per false dichiarazioni” si riferisce, in termini legali più precisi, a reati che prevedono la falsità di quanto dichiarato, a seconda del contesto.
Nel caso specifico dell’articolo, in cui l’indagine riguarda un pubblico ufficiale (il sindaco) e un contesto amministrativo (la nomina di una commissione), l’ipotesi di reato più probabile è quella di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.
Falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale (Art. 479 c.p.)
Questo è il reato che più si avvicina all’accusa mossa a Beppe Sala per la nomina di Marinoni.
In cosa consiste? Un pubblico ufficiale (come un sindaco) dichiara il falso in un atto pubblico, attestando come vero un fatto che non lo è. In altre parole, l’atto in sé è formalmente corretto, ma il suo contenuto è menzognero.
Perché si applica in questo caso? Nel contesto della nomina di un presidente di una commissione comunale, l’atto di nomina è un atto pubblico. Se l’indagine dovesse confermare che Sala ha dichiarato o fatto dichiarare in questo atto delle informazioni non veritiere (ad esempio, sulle qualità, i requisiti o le procedure di selezione di Marinoni), allora si configurerebbe questo reato. La Procura ipotizza che il sindaco abbia omesso o alterato informazioni rilevanti per giustificare la scelta di una persona specifica.
Qual è la pena? La pena prevista dall’articolo 479 del Codice Penale è la reclusione da uno a sei anni.
È importante notare che l’espressione “false dichiarazioni” può essere usata in modo generico per riferirsi anche ad altri reati a seconda del contesto:
- Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (Art. 483 c.p.): Quando un cittadino dichiara il falso a un pubblico ufficiale in un atto destinato a provare la verità dei fatti (es. autocertificazioni).
- False informazioni al pubblico ministero (Art. 371-bis c.p.): Quando una persona, non indagata o imputata, mente durante le indagini.
- Falsa testimonianza (Art. 372 c.p.): Quando un testimone mente in un processo.
Nel caso di Beppe Sala, in qualità di pubblico ufficiale, la contestazione più grave è la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.
Induzione indebita: cioè?
L’espressione “induzione indebita” si riferisce a un reato specifico nel Codice Penale italiano, formalmente chiamato Induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.).
È un reato che si colloca a metà strada tra la corruzione e la concussione, e punisce sia il pubblico ufficiale che il privato cittadino coinvolto.
Il reato si verifica quando un pubblico ufficiale (o un incaricato di pubblico servizio), abusando della sua qualità o dei suoi poteri, convince o persuade (cioè induce) un privato a dargli (o a promettergli) denaro o un’altra “utilità” (come un favore, un regalo, un’altra prestazione) in cambio di un atto legato alle sue funzioni.
- Abuso della qualità o dei poteri: Il funzionario non usa una minaccia diretta (come nella concussione), ma sfrutta la sua posizione di potere. Per esempio, può prospettare al privato la possibilità di ritardi, ostacoli burocratici o un trattamento sfavorevole, facendo capire che un “piccolo aiuto” potrebbe risolvere la situazione. Non è un’imposizione, ma una forma di “pressione psicologica” o di persuasione.
- L’utilità: Il termine è molto generico e comprende qualsiasi vantaggio di tipo patrimoniale o non patrimoniale (es. una somma di denaro, un regalo costoso, l’affidamento di un incarico professionale, ecc.).
- Il ruolo del privato: A differenza della concussione (dove il privato è una vittima costretta a pagare), nell’induzione indebita il privato è visto come corresponsabile. La legge ritiene che, pur essendo stato indotto, egli abbia volontariamente ceduto alla pressione per ottenere un vantaggio illecito, e per questo viene punito anch’esso (anche se con una pena inferiore).
Esempio pratico nel caso del Pirellino
Nel contesto dell’accusa mossa a Beppe Sala, l’ipotesi della Procura potrebbe essere la seguente:
- Soggetto attivo (il pubblico ufficiale): Il sindaco di Milano.
- Soggetto passivo (il privato): L’imprenditore Manfredi Catella (gruppo Coima) e l’architetto Stefano Boeri.
- L’atto d’ufficio: L’approvazione del progetto di riqualificazione del Pirellino, che è di competenza del Comune.
- L’induzione indebita: L’accusa ipotizza che il sindaco, abusando dei suoi poteri di indirizzo e decisione, abbia indotto i privati a promettere o a dare qualche “utilità” (ad esempio un finanziamento per un’iniziativa pubblica, una donazione, o un altro tipo di favore) per accelerare o facilitare l’iter di approvazione del progetto.
- La difesa di Sala: Il sindaco respinge l’accusa sottolineando che il progetto è rimasto fermo per anni e che i lavori non sono mai partiti. In questo modo, sostiene che non ci sia stata alcuna “induzione” finalizzata a ottenere un vantaggio, dato che l’obiettivo (l’approvazione del progetto) non è mai stato raggiunto.
Sala nega tutto
Il sindaco respinge le accuse. Sottolinea la sua estraneità ai fatti e si difende con due argomentazioni principali. Afferma che il progetto è fermo dal 2019 e i lavori non sono mai partiti, rendendo non credibile l’accusa di “induzione”. Sostiene anzi che ci siano state continue discussioni senza un accordo finale. Sostiene di non avere avuto un ruolo diretto nella nomina della Commissione Paesaggio, gestita da un’apposita struttura del Comune, e di non aver avuto contatti con Marinoni. Sala esprime il suo sdegno per aver appreso dell’indagine dai giornali anziché dalla Procura, definendo il metodo “inaccettabile”.