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Hurricane – Il grido dell’innocenza.

Dramma umano e sportivo sulla vita di Rubin Carter.

Roma, 31 marzo 2025.

 

Un quarto di secolo è passato dall’uscita, in Italia, di Hurricane-Il grido dell’innocenza, diretto da Norman Jewison.

E’ la storia di Rubin “Hurricane” Carter, un afroamericano dalla travagliata giovinezza che aspira a diventare un campione di pugilato nella categoria dei pesi medi.

Cresce in un’America razzista dove i neri sono soggetti a discriminazioni e violenze ed il riformatorio, dove sconta una lunga pena per un reato non commesso, certo non aiuta.

Carter scappa dalla detenzione e si arruola a 17 anni nell’esercito americano, vivendo una fase di addestramento in Germania dove comincia ad appassionarsi alla boxe.

Dopo ulteriori vicissitudini disciplinari rientra negli Stati Uniti e a 24 anni diventa professionista, imponendosi come pugile particolarmente aggressivo dotato di un pugno da KO.

Piace al pubblico per la sua determinazione e per tutti diventa “Hurricane”, uragano, e a 26 anni gli si presenta la possibilità di battersi col campione del mondo dei pesi welter Emile Griffith, da poco transitato nella categoria dei medi.

Carter distrugge Griffith al primo round e si guadagna il diritto a sfidare il campione del mondo dei medi Giardiello.

A 27 anni e mezzo Carter si gioca il titolo ma viene sconfitto ai punti, verdetto che non accetta ritenendo la decisione dei giudici presa per ragioni razziali.

I sogni di “Hurricane” s’infrangono un anno e mezzo dopo quando viene accusato di triplice omicidio e condannato a tre ergastoli.

In carcere Carter scrive la sua autobiografia che per un fortuito caso arriva nelle mani di Lesra Martin, un ragazzo nero di Brooklyn.

Martin si rivede in “Hurricane” e aiutato da tre canadesi attivisti dei diritti civili contatta via lettera Carter, palesando la possibilità di una riapertura del caso.

Si fa strada in Martin e nei suoi mentori, dopo aver letto attentamente l’autobiografia, la netta convinzione dell’innocenza di Carter.

E’ un lavoro di “squadra” quello dei tre attivisti, di Martin, dello stesso “Hurricane”, che non si arrendono di fronte ad un sistema razzista, ottuso.

Dopo due processi simili nel ribadire la massima condanna, con Carter ai limiti della perdita di ogni speranza, la “squadra” ci dà dentro ed ottiene una riapertura del caso presso la Corte Federale.

Il giudice Sarokin, esaminando nuovi elementi, sancisce che Carter non ha commesso il triplice omicidio e che le precedenti accuse sono scaturite da “motivazioni razziali”.

Norman Jewison, regista di grande spessore e dall’invidiabile curriculum, affermatosi con pellicole come “La calda notte dell’ispettore Tibbs” del 1967, “Il caso Thomas Crown” del 1968, tanto per citarne alcuni, dirige la storia inserendo particolari più da romanzo.

La giuria del secondo processo conteneva due persone di colore, quindi non c’era una componente “razziale” come raccontato nel film e prima dell’inizio della carriera pugilistica Carter subì tre condanne per rapina a mano armata, mai menzionate nella pellicola.

A prescindere da queste ultime annotazioni l’opera è di livello, ingigantita da una grande prestazione artistica di Denzel Washington calatosi nel ruolo di “Hurricane” con tutti i sentimenti e dopo un significativo addestramento nell’arte della boxe durato un anno.

Washington, all’età di 44 anni, ribadisce la sua bravura e si porta a casa il Golden Globe-2000 e l’Orso d’Argento al Festival di Berlino, sempre nell’anno 2000, coadiuvato da altri interpreti tutti centrati alla bisogna.

Due menzioni particolari: Clancy Brown, nella parte di un ufficiale carcerario umano e comprensivo nel rapporto col detenuto Carter in un’interpretazione completamente diversa dal cinico e spietato carceriere di qualche anno prima nel film “Le ali della libertà”.

Rod Steiger, irriconoscibile nel ruolo del giudice Sarokin, che dà al suo personaggio un connotato disincantato ed ironico nel valutare il ricorso di Carter.

Un’ultima annotazione va a Bob Dylan che sensibilizzò l’opinione pubblica mondiale scrivendo nel 1975 la celeberrima Hurricane.  

 

 

FOTO:  The Hurricane   Bol

 

 

 

 

 

 

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