Guerra Russia-Ucraina e Geopolitica Energetica: l’impatto su consumatori e industria europea

L'Unione Europea, costretta a sostituire il gas russo economico con forniture alternative (come il GNL USA, più costoso), ha visto le bollette schizzare alle stelle, subendo un gravissimo danno economico e di competitività per cittadini e industria. La fine della guerra non è solo un imperativo etico, ma una necessità economica urgente per il benessere del continente.

Le sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia, imposte a causa della guerra in Ucraina, hanno avuto un impatto limitato sul Cremlino grazie a un massiccio e strategico riorientamento energetico, vedi la partnership energetica tra Mosca e Pechino che sta mitigando l’efficacia delle sanzioni europee.
Di fatto la guerra Russia-Ucraina questo ha spostato il costo maggiore del conflitto economico sui paesi membri dell’UE, dove i cittadini europei e l’industria energivora che produce in Europa sostengono oggi costi molto più elevati per elettricità, gas e petrolio. Analizziamo quale è l’impatto di questa guerra Russia-Ucraina per i cittadini e l’industria in Europa.

Ormai è ampiamente assodato che l’effetto combinato della scarsità di gas russo e della necessità di acquistare GNL costoso ha avuto un impatto devastante sull’economia europea. E’ stato stimato che l’Europa stia pagando il gas (acquistato sul mercato TTF, influenzato dalle nuove forniture GNL) anche tre volte tanto il prezzo storico del gas russo.

Maggiori costi per gli europei

Sebbene le stime siano variabili e difficili da verificare, alcune analisi indicano che l’aumento del costo dell’energia abbia potuto comportare perdite complessive nell’ordine delle centinaia di miliardi di euro per l’economia europea (in termini di aumento del costo della vita, perdita di PIL e impatto sull’industria). Alcune fonti hanno parlato di importi superiori ai 100 miliardi di euro di spesa aggiuntiva per il gas russo solo nei primi due anni di guerra (sebbene per forniture residuali o indirette), il che serve a dare un ordine di grandezza dei flussi monetari in gioco.

Impatto sull’Industria

L’industria europea, specialmente i settori ad alta intensità energetica (come metallurgia, chimica, e automotive), ha visto i suoi costi aumentare vertiginosamente. Questo ha portato a riduzioni della produzione, delocalizzazioni e una significativa perdita di competitività rispetto a Paesi con accesso a energia più economica (come gli USA, dove i prezzi del gas sono rimasti a livelli molto inferiori).

Impatto sui Cittadini

L’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas è stato direttamente trasferito sulle bollette di luce e gas delle famiglie, alimentando l’inflazione generale, riducendo il potere d’acquisto e contribuendo al rialzo dei tassi di interesse.

Successo Russo-Cinese

la Russia ha drasticamente aumentato le forniture di gas alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia (aumento del 28,9% nella prima metà dell’anno), raggiungendo la massima capacità. Questo ha assicurato a Putin entrate in aumento da petrolio e gas (previste fino a 117 miliardi di dollari nel 2028), mentre la Cina si è garantita gas “pregiato e low cost“.

Danno agli Europei

L’UE, avendo interrotto gli acquisti di gas russo (di alta qualità e a basso costo), si è rivolta a forniture alternative, in particolare al GNL statunitense, più costoso e inferiore in qualità. Questo ha causato un aumento esponenziale delle bollette per cittadini e imprese, penalizzando settori ad alta intensità energetica come l’automotive e riducendo la competitività economica dell’Europa.

La fermiamo o no questa guerra con un’efficace e risoluta via diplomatica?

In sintesi, l’Europa è stata costretta a pagare un premio economico enorme per la sua scelta politica di sanzionare la Russia, sostituendo un fornitore chiave ed economico con alternative (come il GNL USA) che, pur garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti, hanno avuto un costo notevolmente superiore per cittadini e industria.

La prosecuzione di questo conflitto, in un contesto di costi energetici elevati per l’industria e le famiglie europee e di un consolidamento degli interessi energetici russo-cinesi, non fa che moltiplicare le perdite umane, economiche e sociali. È imperativo che le leadership globali si muovano con urgenza per trovare una soluzione di pace duratura, in modo da ripristinare la stabilità e l’equilibrio sui mercati, e soprattutto, per risparmiare ulteriori sofferenze ai popoli coinvolti. La pace non è solo un imperativo etico, ma la necessità economica e sociale più urgente per l’Europa e per il mondo intero.

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