Furti e rapine a Milano per l’80% da stranieri: paura per le Olimpiadi 2026
Il questore Megale in Parlamento: “Reati predatori 80% da stranieri a Milano”. In vista delle Olimpiadi 2026, adesso la metropoli ha molta paura di essere Gotham City a livello di furti e rapine

Il questore Bruno Megale durante l’audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie, mercoledì 26 novembre, è stato perentorio: “Reati predatori 80% da stranieri a Milano”. In vista delle Olimpiadi 2026, adesso la metropoli ha molta paura di essere Gotham City a livello di furti e rapine operati da non italiani. Ci saranno oltre 2 mila membri delle Forze dell’ordine in più rispetto al solito: sono sufficienti?
Nei primi 9 mesi del 2025, gli arresti per reati predatori sono stati 830 e il 20% riguarda minori. Secondo il questore, è aumentato il numero di arresti. Tra i fattori del senso di insicurezza, la presenza di 250 mila studenti. Abbiamo un’estensione quotidiana della movida in tutti i quartieri della città. In più, ecco l’incremento del turismo facoltoso. Ragazzi e turisti a rischio, come d’altronde milanesi e pendolari.
Il dato choc del questore: “80% dei reati predatori da stranieri”
“Andiamo verso le Olimpiadi, un evento che richiamerà l’attenzione internazionale, avremo tutti gli occhi puntati su Milano soprattutto nei giorni prossimi alle inaugurazioni, e quindi c’è un’attenzione molto particolare, c’è un attento servizio di osservazione e di pianificazione – ha affermato Megale -. Proprio per far fronte a questa esigenza, solo per la città di Milano sono previsti oltre 2 mila persone di rinforzo che saranno dedicate ai servizi connessi proprio per non sottrarre o drenare altre risorse dal territorio”.
L’inferno dei furti di auto e scooter: la gente non denuncia più
Capitolo a parte per i furti di auto e scooter. Più i furti parziali: pezzi rubati. Più gli atti vandalici per rubare: vetri rotti per accedere all’abitacolo della macchina, bauletti degli scooter frantumati per mettere le mani sui caschi. Numeri che sfuggono alle statistiche ufficiali, in quanto ormai la gente è sfiduciata. La denuncia come perdita di tempo: persone che difficilmente vengono acciuffate. E quand’anche, a quanto pare la detenzione non è molto lunga. Poi esiste il guaio dei topi di appartamento, con choc consequenziale per i cittadini.
Il fenomeno dei “Maranza”: devianza giovanile e social media a Milano
Il questore di Milano ha parlato dei “maranza: fenomeno di devianza giovanile molto diffuso che non necessariamente confluisce in comportamenti criminali. Spesso si manifesta con comportamenti antisociali o illeciti. Non è soltanto un fenomeno che va affrontato con strategie di polizia. Il collante identitario è l’appartenenza a un determinato quartiere. Ci preoccupa un po’ l’esaltazione delle proprie attività attraverso i social”.
Il maranza che si mostra esultante nei video per le strade di Milano. Ma come si è arrivati a tutto questo? Polizia e Carabinieri, cui va il ringraziamento della popolazione intera, fanno quel che possono. È un tremendo problema profondo in via di peggioramento costante. A Gotham City, a un certo punto, intervenne Batman.
Milano, tra sicurezza e sfida Olimpica
L’allarme lanciato dal Questore Megale è risuonato forte: con l’80% dei reati predatori attribuiti a stranieri, Milano si trova di fronte a una complessa emergenza di sicurezza. Questa non è più solo una questione di percezione, ma un problema strutturale che minaccia la tranquillità dei cittadini e l’immagine internazionale della città, specialmente in vista delle Olimpiadi 2026.
L’incremento delle Forze dell’ordine previsto è un passo necessario, ma non sufficiente a risolvere le radici del problema, che toccano la devianza giovanile (“maranza”) e un sistema penale che, percepito come troppo blando, alimenta la sfiducia nella denuncia.
Milano non può permettersi di diventare la “Gotham City” temuta dai suoi abitanti. Se da un lato si ringraziano le Forze dell’ordine per il loro instancabile lavoro, dall’altro emerge la necessità urgente di un intervento sinergico che vada oltre la repressione: servono strategie sociali, educative e di integrazione più efficaci. Le Olimpiadi non devono solo essere un evento sportivo, ma un catalizzatore per un patto per la sicurezza che restituisca a Milano la sua piena vivibilità e il suo prestigio internazionale.






