Sognando le serenate

Sognando le serenate
(Viterbo 1930)

 

Il tempo lontano.
Sognando,
vagando, i pensieri ti riportano,
almeno per un momento,
a sentire un cuore giovane,
romantico, perchè loro,
sfarfallano con il vento.
Corrono lontano, verso la mia tenera età.
La guerra infuriava, senza pietà.
Per noi, piccoli adolescenti, ignari,
incoscienti, era tutto facile.
Felici di quel poco, di quel niente.
Una famiglia numerosa, le mie sorelle
signorinelle, i loro primi amori.
Nel profondo silenzio della notte,
del sonno, ci cullava, in lontananza,
l’eco romantico delle serenate,
a loro dedicate, da folli menestrelli innamorati.
Sognavo quel mondo romantico,
ancora lontano.
Oggi, di moda,
sono ritornate le romantiche,
armoniose serenate.
Seppur nella mia matura età,
la poesia mai invecchierà.
Nel silenzio, sola nella notte,
anch’io vorrei sentire
l’eco romantico di una serenata.
Del folle vento, ne sarei innamorata.
Il mio cuore dice di non sognare,
per non soffrire.
Quel tempo è fuggito.
Non lo puoi più afferrare.”

 
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