Fumetti. Il Caravaggio di Manara

Il maestro del fumetto Milo Manara ha creato la sua biografia di Michelangelo Merisi, il “Caravaggio”, ispirandosi ad Andrea Pazienza. L’opera è edita dalla Panini Comics.

Roma, 10 giugno – Da ormai qualche settimana è possibile trovare tra scaffali e librerie l’ultima fatica del maestro del fumetto Milo Manara, edita da Panini Comics e intitolata: “Caravaggio. La tavolozza e la spada”.

Una bella biografia a fumetti del grande artista, al secolo Michelangelo Merisi, che Manara ha portato a termine dopo molti anni di lavoro anche per rendere omaggio ad un suo giovane collega troppo presto scomparso: Andrea Pazienza.

“Anche per il mestiere che aveva scelto è lui il Caravaggio dei giorni nostri – sottolinea Manara – Se Caravaggio fosse vivo adesso sceglierebbe o il cinema o il fumetto. Del resto oggi il fumetto non è più una questione per ragazzini, è diventato adulto”.

Nel suo lavoro presentato, Manara narra in tavole la vita del geniale pittore italiano, dal suo arrivo a Roma alla fine del ‘500 fino alla rocambolesca fuga dalla capitale attraverso l’ arte e le opere, ma anche le donne, la passione e gli eccessi. Una grandiosa biografia del Caravaggio, rivolta sia agli appassionati del fumetto d’autore che ai cultori della storia dell’arte.

L’opera inedita, pubblicata da Panini Comics nella collana “Panini 9L”, è articolata in due volumi. Il primo è già disponibile in tutte le fumetterie e librerie in due formati differenti: “Regular” e “Artist Edition”.

Tra i contenuti speciali della “Artist Edition” c’è una lettera che Manara ha voluto rivolgere direttamente a Caravaggio. “Maestro Michelangelo Merisi, sono un disegnatore di fumetti”, si presenta Manara, svelando anche un piccolo aneddoto personale: “Molti anni fa, agli esami di maturità classica, il professore picchiettò con l’indice sulla copertina del libro di storia dell’arte dicendomi: ‘Mi parli di questo’. Sulla copertina c’era la vostra ‘Canestra di frutta’. Beh, feci un figurone, sapevo tutto di voi. Almeno tutto quello che uno studente poteva sapere, a quei tempi”.

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