A Roma la mostra “Pittori cinesi dipingono i luoghi italiani del Grand Tour”

La Fondazione “Alessandro Kokocinski”, la Shanghai International Culture Association e l’Associazione Artisti Internazionali Ponte, perseguendo l’obiettivo di creare un rapporto tra artisti di diversi Paesi e diverse radici culturali hanno promosso, con l’incoraggiamento del Comune di Viterbo e del Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G. Tucci’ di Roma, un progetto di interculturalità artistica su un tema di grande suggestione: è nato così il progetto “Pittori cinesi dipingono i luoghi italiani del Grand Tour”.
Come noto, la pratica del Grand Tour, fenomeno principalmente legato all’ideale perfezionamento didattico dei giovani aristocratici europei del ‘700, da una parte, grazie alla riscoperta delle antichità greche e romane che proprio in quei decenni stava avendo un impeto ancor oggi non esaurito, contribuì alla nascita e diffusione del movimento storico-culturale del Romanticismo, dall’altra gettò il seme più profondo dell’appartenenza a una tradizione culturale sovranazionale ed extraconfessionale in nuce “europea”. Grazie alla moda del Grand Tour, infatti, giovani intellettuali e artisti provenienti da ogni parte d’Europa convennero in Italia per riscoprire, studiare e godere le testimonianze artistiche dell’antichità classica (condividendo forse per la prima volta la coscienza di quanta cultura greca e romana vi fosse alle radici della civiltà europea), nello stesso tempo scoprendo, spesso con estasiata meraviglia, quanto quelle antichità fossero parte integrante di un paesaggio culturale unico e irripetibile. Le testimonianze scritte e dipinte delle emozioni provate da molti dei giovani giganti della cultura europea del Sette e Ottocento nel loro Grand Tour italiano, quali Voltaire, Goethe, Byron, Balzac, Dostoevskij, Thomas Mann, Virginia Woolf, Mozart, Mendelssohn, Berlioz, Corot, Turner, Degas, solo per citarne alcuni, costituiscono alcune delle più importanti pietre miliari della letteratura e dell’arte moderna dell’Occidente.
Il Grand Tour ha rappresentato la possibilità di mettere in luce tutti gli elementi che compongono la molteplicità della cultura e dell’esperienza da fare in un Paese come l’Italia, vissuto come patria dello spirito e fonte di modelli artistici immortali. Il viaggio alla scoperta della varietà del paesaggio italiano diventava così un’indimenticabile esperienza dei sensi: dai sentieri faticosi delle Alpi alle dolci colline della Toscana, dalle strade romane lungo le valli ondulate dell’Umbria fino ai piccoli paesi della Campagna Romana.
Il progetto dunque, che dal Grand Tour ha preso spunto, ha portato, per la prima volta, artisti provenienti dalla lontana Cina a vivere l’esperienza emozionale e artistica del dipingere en plein air alcuni dei più suggestivi luoghi storici italiani sulle orme degli artisti che li hanno preceduti.
Cinque artisti cinesi, di fama riconosciuta, sono stati invitati a prendere parte all’iniziativa, che ha permesso loro, nel corso di un mese di soggiorno in Italia, di rivisitare e dipingere alcuni dei luoghi del Grand Tour.
Il progetto, che è stato fonte di grande arricchimento per le culture di entrambi i Paesi, ha anche fornito ai cinque artisti cinesi l’opportunità di visitare musei e gallerie d’arte in diverse grandi e piccole città italiane, nonché di partecipare ad eventi culturali quali concerti e manifestazioni artistiche di diverso tipo, nello spirito dei grandi viaggiatori del Grand Tour.
Nel 2015 le opere realizzate dai cinque pittori cinesi saranno quindi esposte in Italia in diverse sedi e, in alcuni casi, saranno accompagnate dall’esposizione di dipinti d’epoca
aventi per soggetto i luoghi del Grand Tour e provenienti da importanti collezioni private (tra le quali si segnala la Collezione Fabrizio Nevola).
La prima sede della mostra, è a Roma fino al 6 settembre, nelle splendide sale del Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G. Tucci’ in Palazzo Brancaccio, che negli ultimi anni ha in più occasioni promosso la conoscenza dell’arte contemporanea dei Paesi asiatici ed è accompagnata da un catalogo riccamente illustrato, a cura dello storico e critico d’arte Renato Mammucari e di Liu Manwen direttrice del Museo dell’Istituto di Scultura e Pittura a Olio di Shanghai. Il catalogo sarà pubblicato in tre lingue (italiano, cinese e inglese) con ISBN della Shanghai Peoples Fine Arts Publishing House.
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