Claudio Spattini incanta Spoleto: settant’anni di pittura premiati con l’International Spoleto Prize

Al Festival dei Due Mondi la mostra “Artisti per il Giubileo” celebra l’arte libera e spirituale di uno dei grandi maestri italiani del Novecento
La città di Spoleto rende omaggio a una delle figure più autentiche e coerenti del panorama artistico italiano: Claudio Spattini, pittore eclettico e libero, è stato insignito dell’International Spoleto Prize, prestigioso riconoscimento riservato alle eccellenze artistiche di livello internazionale.
L’occasione è la mostra Artisti per il Giubileo, inaugurata il 5 luglio presso la suggestiva Chiesa della Misericordia (via Saccoccio Cecili) e aperta fino al 19 luglio, nel contesto del Festival dei Due Mondi e in collaborazione con la Pontificia Accademia del Vaticano.
Sette opere, settant’anni di pittura

L’esposizione presenta sette opere simboliche, scelte tra oltre mille, che raccontano un percorso lungo sette decadi di produzione artistica: dagli anni Quaranta fino ai Duemila. Una narrazione visiva densa di significato, che attraversa epoche, correnti e linguaggi, sempre con una libertà espressiva assoluta e una tecnica impeccabile.
Ogni tela di Spattini – che si tratti di nature morte, paesaggi, figure, nudi o composizioni informali – rivela una sensibilità profonda per il colore, la luce e la forma, unita a una tensione spirituale che si percepisce a ogni pennellata. Le sue opere non si piegano al mercato né alle mode, ma restituiscono una visione personale della realtà, radicata nell’interiorità e in un rapporto quasi mistico con il trascendente.
“Spattini non ha mai accettato pressioni esterne: ha dipinto ciò che sentiva, nel momento in cui lo sentiva”, afferma la curatrice Silvia Iorio. “Ogni quadro è un atto di libertà, un dialogo con il trascendente”.
Un artista che vive per l’arte, non dell’arte
La forza della pittura di Spattini risiede anche nel suo approccio indipendente: non ha mai avuto bisogno di vendere i suoi quadri per vivere, e questo gli ha permesso una libertà creativa totale. Nello studio in cui viveva e dipingeva, l’artista affrontava ogni soggetto – come la pietra di Bismantova o le sue celebri nature morte – con uno sguardo nuovo, talvolta ripetendolo sotto luci e dimensioni diverse, sempre con uno spirito di esplorazione sincera.
Se da un lato l’influenza del maestro Giorgio Morandi è riconoscibile in alcune composizioni, dall’altro Spattini si distacca presto da ogni riferimento per costruire un linguaggio proprio, in cui il disegno, l’olio su tela o su compensato convivono con nudi, autoritratti dai colori arbitrari, figure che trasmettono pudore o sfacciataggine con la stessa intensità.
“L’artista libero”: tra memoria e innovazione

Per molti è “l’eclettico”, per altri è semplicemente “l’artista libero”: il titolo che più si addice a Claudio Spattini, il cui percorso non si è mai fatto imbrigliare né da accademismi né da narrazioni imposte. Ogni opera è un frammento della sua visione del mondo, capace di restituire emozioni, passioni e – come suggeriva Nietzsche – trasformare la realtà attraverso l’arte, elevando il dolore in bellezza, la debolezza in forza.
La sua pittura senza tempo, che tiene insieme rigore classico e spirito contemporaneo, è oggi più attuale che mai. L’International Spoleto Prize non è solo un riconoscimento alla carriera, ma una dichiarazione di valore: l’arte autentica, quando è libera, resta e parla oltre il tempo.