ARTURO MAZZOLA: ARTISTA DA RISCOPRIRE

 A quasi vent’anni dalla morte del pittore Arturo Mazzola, la critica del settore sta rivalutandone i dipinti e sculture esposti in gallerie e collezioni private in Europa e negli Stati Uniti.

(da sx:con le ballerine, maternità beneaugurante; il mistico dell’inquietitudine)

Mazzola nasce a Milano l’8 Dicembre del 1921, sempre a Milano è deceduto il 23 Aprile del 1995. Seguendo l’istinto artistico, frequenta l’Istituto Superiore d’Arte di Monza e l’Accademia di Brera di Milano.
Mazzola, per il suo percorso sempre in linea retta che raggiunge l’astrattismo espressionista, tra gli avanguardisti dell’arte Milanese del Dopo-Guerra, dovrebbe essere inserito nei più alti vertici degli artisti della sua generazione.
La tecnica determinata di Mazzola esprime un assoluto desiderio d’indipendenza e spirito d’eleganza, motivati da un senso di ricerca fortemente solitaria ed introversa che evidenzia la necessità di togliere al colore l’impatto predominante per ridurre le emozioni, quasi a calcolarle, ed invitare, chi guarda, ad entrare nel mondo silenzioso dell‘artista.
Una dimensione diversa, quasi tangibile nei quadri dell’artista, lo contraddistingue dagli altri pittori perchè Mazzola è sempre stato ispirato dal silenzio dovuto all’handicap della sordità che all’età di cinque anni gli tolse l’udito, arricchendo, comunque, la sensibilità artistica del futuro pittore. Questa emarginazione lo ha condizionato impedendogli di comunicare con mercanti d’arte e sviluppare le occasioni per imporsi nel mercato durante le innumerevoli esposizioni in gallerie d’arte o al ritiro di premi ricevuti .
Il figlio, Stefano Mazzola, è soddisfatto di questo dovuto rilancio delle opere del padre. “ Anche RAI 3- ci dice- ha presentato uno special su di lui. Mio padre rimane un pittore originalissimo, Lui stesso diceva “ Nei miei quadri l’innovazione più importante è il riferimento composito della “testa” che sintetizza l’espressione migliore di compartecipazione, che libera e sviluppa l’idea,. Effettivamente la volontà e il duro tirocinio autoimpostomi furono lo sprone necessario che mi condussero ad avventurarmi nelle limpide regioni dell’Arte. Intercalata da gioie e delusioni, la mente, quale raggio ricettivo, ampliò, acquisì ed enucleò, dagli strati profondi della psiche, i significati più consoni.”
L’impulso promotore della sua arte, forse perchè la sordità aveva delimitato uno spazio nella sua vita confinandolo in un mondo suo, è pervaso dal desiderio di libertà creativa di uomo e d’artista. Mio padre riusciva a comprendere l’interlocutore attraverso il linguaggio labbiale , ma certamente è stata una comunicazione riduttiva. Rivedo i suoi incontri con Lucio Fontana e Luca Crippa, filmati in super otto, in cui io bambino sono circondato da artisti amici di famiglia, di cui ai tempi non ne potevo capire la notorietà, ma di cui conservo la sensazione di momenti sereni. L’ultima mostra del Giugno scorso al Museo Bertoni di Varese è stata una conferma del riaffermarsi  di un successo dovuto e meritevole che mi auguro completi la sua figura d’artista.”
 
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