
Ne è autore, per la Casa  Editrice Mondostudio Edizioni di Cassino (mondostudio@libero.it),  costo13 euro, uno dei più valorosi Ufficiali dellArma, il Generale  Giuseppe Messina, da pochi anni in congedo. 
 Tra le altre, lautorevole e appassionata prefazione del più grande e  amato Comandante dellArma, lindimenticato Generale Luigi Federici. 
 Messina parte da lontano nel suo racconto, che chiama appunti di  viaggio, iniziando dalla sua infanzia felice vissuta con i  cari  Genitori e con il Fratello, che diventerà anchegli Ufficiale superiore  dellEsercito. 
 Il Papà era un Comandante di Stazione dellArma nelle aree più difficili  della Campania, cioè di quei Sottufficiali austeri ma molto umani, che  incutevano soggezione solo a vederli. Il tutto in epoche in cui i  sacrifici nel lavoro e per tirare su la famiglia costituivano il pane  quotidiano. Con la morte prematura del Papà, Messina inizia un percorso  duro che attraverso gli studi e attività lavorativa nel mondo civile,  con la tenacia e la grinta che lo contraddistinguono, lo porta a fare il  servizio militare quale ufficiale di complemento dei Carabinieri nel  1964, per arrivare alla sospirata vincita del concorso in servizio  permanente effettivo,  dopo cinque anni dal congedo. 
 Sì, davvero,  questo motto  ben si attaglia alla personalità  dellautore: Tenaciter per Ardua; cioè, tenacemente per le vie più  difficili! 
 Con questo notevole viatico inizia una lunga ed esemplare carriera  svolta sempre in prima linea, al comando di reparti territoriali in aree  particolari, sempre ad altissima incidenza criminale. Messina  appartiene a quella razza ormai rara di ufficiali dal grande carisma,  dal cuore nobile e dal coraggio leonino, sempre alla testa dei propri  Carabinieri. 
 Comandante della Tenenza di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio  Calabria, della Compagnia di Mondragone, nel casertano, e di Cassino,  quindi del Reparto Operativo di Latina, ha legato il suo nome a decine  di importantissime operazioni di Polizia giudiziaria. Tra queste, in  Calabria, larresto dei boss di Condofuri, di ndranghetisti autori di  omicidi e gravissimi reati plurimi e reiterati, come larresto di  pericolosi latitanti. A Mondragone, in primis, va ricordata la cattura  del superboss della Ndrangheta Mico Tripodo,  già di fama ben  conosciuto da Messina dai tempi di Calabria, come vanno menzionate le  difficili indagini per il sequestro di Francesco Coppola; a Cassino, la  cattura di O re e Forcella, Carmine Giuliano, così soprannominato  per la sua caratura criminale, con il successivo arresto di elementi del  gruppo eversivo criminale denominato Prima Linea, autori di  gravissimi reati anche nei confronti di militari dellArma. 
 Quale comandante di entrambi i Comandi Provinciali del Molise, Isernia e  Campobasso, Regione ritenuta a torto  esente da infiltrazioni mafiose,  Messina, more solito, ha acceso i riflettori su realtà sino allora  sconosciute,  svolgendo da subito eccezionale e incisiva attività di  coordinamento e stimolo per tutte le componenti operative, pervenendo a   risultati notevoli come il sequestro, giunto poi a confisca, di  cospicui beni alla criminalità organizzata. 
 Al riguardo, cè da dire che su questo importantissimo aspetto  dellattività di contrasto alle cosche, quello delle misure di  prevenzione, Messina è stato un vero capo-scuola, sviluppando un modello  di azione da lui ideato e attuato ovunque abbia operato. Bravo anche  per questo! 
 Comandante del Battaglione Mobile Campania, in Napoli, tra i più  importanti in Italia per numero di uomini e mezzi, ha svolto  successivamente attività di Stato Maggiore presso alti comandi.  Comandante, anche da Generale, dellapposito benemerito Reparto Speciale  dei  Carabinieri del Ministero dellAgricoltura, ha conseguito  brillanti risultati sul territorio nazionale ma anche in campo  comunitario, dintesa con i Ministri Pecoraro Scanio e Alemanno. 
 Ha concluso la sua carriera, che senzaltro avrebbe meritato ulteriori  riconoscimenti, quale Presidente di Commissione dei concorsi per Allievi  Ufficiali, rivolgendo così la sua maturata perizia e la sua  riconosciuta professionalità ai giovani che si accingevano ad entrare  nelle file dellArma; si, proprio  quei giovani ai quali lautore dedica  unultima parte dei suoi appunti di viaggio, dal titolo:Etica e  dovere il mio motto!, con consigli nobili e affettuosi rivolti  soprattutto alle ragazze, che oggi entrano nellIstituzione. 
 La sua, una prosa diretta, schietta, priva di svolazzi retorici e frange  erudite, da esperto cronista di “nera”, a volte, per detendere, anche  colorita e condita da frizzi partenopei per rendere più significativo  il racconto, da cui si denotano anche spunti di garbato dispiacere per  come vadano le cose ai piani alti della vita istituzionale, soprattutto  per quanto concerne lavanzamento nei  gradi più elevati della  gerarchia, dove non infrequentemente giungono ufficiali privi di  particolari esperienze maturate in reparti territoriali situati in aree  della Repubblica dove la lotta alla criminalità mafiosa è limperativo  categorico, ma meritevoli solo per il conseguito titolo di Stato  Maggiore, ma soprattutto per lunghe permanenze nelle comode e  climatizzate stanze del Comando Generale. 
 Ancora, lamenta una sorta di ghettizzazione esistente nei confronti  degli ufficiali provenienti dal glorioso complemento, vera e propria  ossatura dellIstituzione, come stigmatizzato dal Generale Federici  nella sua prefazione. 
 Un bel libro, quindi, da leggere tutto dun fiato, non solo da parte  degli operatori di Legge in uniforme e non, ma soprattutto dai non  addetti ai lavori e dai giovani, sempre attenti, checché se ne dica, ai  problemi sociali. Un libro che è, sì, una summa di esperienze  importanti di un combattente della legalità sui vari fronti di lotta  alle mafie, ma una complessa vicenda umana arricchita da tanti e tanti  episodi di calda umanità e affettuosa ricordanza nei confronti non solo  di collaboratori, colleghi e superiori, ma anche di gente comune  incontrata in una vita piena di sentimenti intimamente vissuti praticati  e sofferti; un libro, ancora, che costituisce anche un messaggio  esemplare e forte per unItalia migliore, finalmente meno assoggettata  alle spire dellinteresse e della bassa politica; unItalia per i nostri  figli e nipoti dove sia dato finalmente spazio al merito, al di là di  logiche di bassa bottega, come di P2-P3-P4 et similia.