‘Ndrangheta. Cinque fermati per la faida di Platì che portò a un omicidio e 4 casi di lupara bianca

Locride, 25 maggio 2017 – Un cammino lungo 20 anni ma inarrestabile, ha portato a fare piena luce su 5 omicidi, relativi alla “faida di Platì”, Reggio Calabria, con l’esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto a carico di cinque esponenti della ‘ndrangheta,  emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – di Reggio Calabria ed eseguito stamattina dai Carabinieri del R.O.S., del Comando Provinciale di Reggio Calabria,  dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e della Stazione Carabinieri di Platì, che hanno contribuito alle complesse e delicate indagini.

A darne notizia, un comunicato del Dott. Federico Cafiero de Raho, Procuratore  della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia – che ha coordinato le laboriose e certosine investigazioni  che hanno consentito di fare luce su un omicidio e quattro casi di lupara bianca, maturati nell’ambito della faida.

Gli investigatori, nonostante siano trascorsi due decenni, sono riusciti a ricostruire l’accaduto, nell’ambito della ‘ndrangheta della Locride, a seguito del rinvenimento il 30 maggio 1996 in località Chianocco, Val di Susa, (TO), del corpo di Marando Francesco, fratello di Marando Pasquale  la cui ‘ndrina, attiva tra Platì ed il Piemonte.

A Platì, capo della locale di ‘ndrangheta è Barbaro Rosario, inteso “u Rosi” o “Rosi da Massara”, cl.1940 mentre,  altra cosca attiva nel territorio,  è quella dei Trimboli, entrata in contrasto con i Marando per  la gestione e la spartizione dei proventi del traffico internazionale di droga e l’affermazione di supremazia sul territorio. I Trimboli sono imparentati con il capo ‘ndrangheta Barbaro.

Dalle indagini, è emerso che Pasquale Marando venne convinto dai fratelli Trimboli Rosario e Trimboli Antonio Giuseppe che l’autore dell’omicidio di Francesco Marando era Virgara Ferdinando, cl.1951. Pasquale Marando decise allora la condanna a morte di Virgara, eseguendola materialmente insieme a Trimboli Rosario classe 1972 e Trimboli Antonio Giuseppe classe 1951, tutti successivamente deceduti, ed altre persone non identificate.  

Il cadavere di Ferdinando Virgara venne trovato a Platì, il 19.01.1997.

Da allora, nel paese si scatena la faida fra le famiglie Marando e Trimboli.

Si comincia con la sparizione nel luglio 2001  di Trimboli Antonio Giuseppe, a cui seguono a novembre 2001, Trimboli Rosario, cl.1972, e Trimboli Saverio, cl.1977. Nel 2002, viene ucciso ed occultato il cadavere di Marando Pasquale, cl.1963, già capo della ‘nrina Marando – Trimboli.

La morte di Marando Pasquale portò ad un nuovo equilibrio nei rapporti di forza tra le cosche di Platì, rafforzando i Barbaro.

Le accurate  indagini del R.O.S. hanno consentito di fare luce su un omicidio e che l’uccisione dei tre Trimboli fu decisa e attuata da Marando Pasquale sia  per ribadire la sua supremazia sulla cosca Trimboli che per la convinzione  che questi  lo avessero volutamente indotto in errore, accusando falsamente Virgara Ferdinando di responsabilità nell’omicidio del fratello Marando Francesco.

Infine, i Carabinieri hanno accertato che nel gennaio 2002, Marando Pasquale, all’epoca latitante,  era stato ucciso a colpi di pistola all’interno di un’abitazione di Platì, dove era stato portato per partecipare ad una riunione che sancisse un chiarimento con i Trimboli. Ad ucciderlo, era stato Saverio Trimboli, fratello di Antonio Giuseppe e Rosario con il concorso di altri esponenti della sua cosca e  previo  l’assenso di Barbaro Rosario, capo ‘ndrangheta di Plati che vedeva minacciata la sua supremazia dal Marando.

Sulla base degli elementi di prova raccolti dagli investigatori dell’Arma, la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – di Reggio Calabria, emetteva un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Barbaro Rosario, Trimboli Saverio, Marando Rosario, Polito Bruno e Trimboli Domenico, ritenuti a vario titolo responsabili di una serie di omicidi con l’aggravante del metodo mafioso, commessi nel corso di una faida tra le famiglie Marando e Trimboli, che insanguinò Platì tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000, con l’uccisione di 5 persone.

I fermati sono stati associati in carcere a Locri, Roma Regina Coeli e Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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