Brasile 2014

Mondiali Brasile 2014 – Brasile Cile – Il Cile ferma il Brasile, non il destino

I cileni di Sampaoli resistono per 120′ al Brasile, sfiorando addirittura il colpaccio all’ultimo minuto dei supplementari e facendosi eliminare ai calci di rigore solo da un monumentale Julio Cesar

OTTAVI DI FINALE – Minerao, Belo Horizonte – Ore 18:00 CET

BRASILE – CILE: 1-1 (David Luiz 18′ – Sanchez 32′)

BRASILE (4-2-3-1): Julio Cesar; Dani Alves, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo; Fernandinho (72′ Ramires), Luiz Gustavo; Oscar (106′ Willian), Neymar, Hulk; Fred(64′ Jo) . CT: L.F. Scolari

CILE (5-): Bravo; Isla, Silva, Medel (108′ Rojas), Jara, Mena; Aranguiz, Vidal (87′ Pinilla), Diaz; Sanchez, Vargas(57′ Gutierrez) . CT: J.Sampaoli

Ammoniti: Dani Alves, Luiz Gustavo, Hulk, Jo (Bra); Silva, Mena, Pinilla (Cil)

Abritro: H.Webb (Ing)

BELO HORIZONTE  -Ci sono storie, nel calcio, che non possono essere casuali: incroci del destino, speranze e disillusioni dell’ultimo secondo, avvenimenti che sembrano scritti apposta per emozionarci, per essere ricordati per tanto, tantissimo tempo. L’ottavo di finale tra Brasile e Cile, la prima partita ad eliminazione diretta di questo bellissimo (ed anche se l’Italia non ne fa più parte, voglio sottolinearlo: bellissimo!) Mondiale 2014, potrebbe andare di diritto tra quelle storie. Il Brasile arriva al Mondiale in una situazione economica e sociale, prima che calcistica, quanto meno allarmante: una debacle prima della finale di Rio porterebbe probabilmente ad una piccola rivoluzione civile, sarebbe insomma la miccia capace di accendere un esplosivo di proporzioni enormemente più preoccupanti di una semplice competizione calcistica. Il girone eliminatorio presentava avversari largamente a portata degli uomini di Scolari: un Messico temibile ma comunque relegato al secondo posto per differenza reti, una Croazia forte ma in una crisi di identità mai così acuta, un Camerun allo sbando e mai in corsa nemmeno per dire la sua in ottica qualificazione. L’ottavo di finale, però, mette davanti il Cile, una sudamericana che corre e che ha ridicolizzato niente di meno che la Spagna campione del mondo in carica. La voglia del Brasile, però, mette da subito alle corde la selezione di Sampaoli, bucando il portiere Bravo già al 18′, quando una carambola su calcio piazzato porta il futuro difensore del Paris Saint Germain a realizzare l’1-0 da pochi passi. La reazione cilena è sterile, il Brasile sfiora il raddoppio con Neymar ma l’imponderabile accade al 32′: Hulk sbaglia in maniera veniale su una rimessa laterale, Vargas imbocca Sanchez e la stella mai troppo esplosa del Barcellona realizza l’1-1 freddando Julio Cesar. Il primo tempo si chiude con un miracolo di Bravo su Daniel Alves che spara dai trenta metri, poi nella ripresa Hulk realizza il 2-1 giustamente annullato dall’inglese Webb, quindi è il portiere Julio Cesar a compiere l’intervento della serata su un tentativo a botta sicura di Aranguiz, su preciso assist dello juventino Isla. Nei minuti restanti tocca ancora ad un portiere ad andare sugli scudi: il cileno Bravo si supera su un diagonale di Hulk, regalando al Cile i tempi supplementari. La squadra di Sampaoli si dimostra ostica e quadrata come previsto, non lascia quasi più nessuna occasione ai brasiliani e si gioca i 30′ restanti con un perfetto equilibrio difensivo: al 120′, addirittura, il cagliaritano Pinilla trova in contropiede l’occasione della vita e scarica un destro che polverizzerebbe senza troppi problemi Julio Cesar, ma proprio mentre la disperazione si avvolge sul Minerao, un destino beffardo fa si che la palla vada ad incocciare sulla traversa ed a terminare lontano dalla porta dell’ex interista. Come prevedibile, come in un film già visto e rivisto in cento serate d’inverno, i calci di rigore vedono il Cile inseguire con coraggio il Brasile dopo le prime due parate di Julio Cesar, ma proprio a rimonta riuscita, all’ultimo tiro, il rigore di Gonzalo Jara sbatte sul palo interno ed invece di andare in rete scivola verso il centrocampo. Il Brasile avanza ai quarti di finale tra la gioia dei suoi numerosissimi tifosi, il Cile saluta con tanto orgoglio così e recrimina su una sorte maledetta: non so se fosse già tutto scritto da qualche parte, ma sicuramente potrebbe essere.

Giovanni Sidoni

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