Cronaca

In due, rapinano un sacerdote ferendolo alla gola con un coltello. Mamma e figlia, testimoni, chiamano il 112 che li inseguono e li arrestano

CarabinieriRoma – Un italiano e un romeno, pluripregiudicati, rapinano un sacerdote vietnamita, ferendolo con un coltello al collo. Inseguiti da una donna con la figlia, vengono notati dai Carabinieri che inseguono e raggiungono i due, arrestandoli  dopo una breve ma cruenta colluttazione.

Un 25enne lucano ed un romeno di 30 anni, entrambi pluripregiudicati senza fissa dimora,  sono stati arrestati dai Carabinieri della Stazione Roma Aventino, comandata dal luogotenente Francesco Rocco,  per aver rapinato un sacerdote vietnamita di 32 anni. L’episodio è accaduto all’Aventino, in Via di Santa Prisca, nei pressi del “giardino degli aranci”. Erano le otto e mezza circa quando i due si sono avvicinati al religioso appartenente ad una congregazione che ha sede nel quartiere, puntandogli un coltello alla gola e minacciandolo affinché consegnasse i propri averi ed il cellulare. Quindi, impossessatosi di 25 euro e del cellulare del religioso,  lo colpivano al collo. In quel mentre, transitava una donna con la figlia che, vista la scena, hanno immediatamente chiamato il “112”. I due malviventi,   si sono dati alla fuga lasciando la vittima ferita e  sotto shock, ma le due donne, senza badare al pericolo,  hanno rincorso i due. In quel momento transitava la pattuglia dei Carabinieri che, insospettiti di quanto stavano vedendo, hanno inseguito i fuggi tibie e, dopo una violenta colluttazione, immobilizzavano i due, traendoli in arresto per “rapina aggravata e tentato omicidio” associandoli nel carcere di Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria  e recuperando la refurtiva che veniva riconsegnata al legittimo proprietario.

Il prete, a cui i medici dell’ospedale San Camillo – Forlanini hanno riscontrato una “ferita da arma da taglio alla regione anteriore del collo”, è stato dimesso con una prognosi di 5 giorni mentre i militari, seppur feriti per la colluttazione, per spirito di servizio, hanno rifiutato le medicazioni con il conseguente riposo medico.

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