Venerdì 19 settembre 2025, l’Estonia ha accusato la Russia di aver violato il suo spazio aereo sopra il Golfo di Finlandia. Secondo Tallinn, tre caccia russi MiG-31 sarebbero entrati nello spazio aereo estone senza permesso, rimanendovi per circa 12 minuti. L’Estonia afferma che i tre jet russi non avevano un piano di volo, avevano i transponder spenti e non erano in contatto con il controllo del traffico aereo.
Il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, ha definito l’incursione sfacciatamente senza precedenti, sottolineando che è la quarta volta quest’anno che la Russia viola lo spazio aereo estone. Il primo ministro estone, Kristen Michal, ha dichiarato che l’Estonia ha richiesto consultazioni urgenti alla NATO invocando l’articolo 4 del trattato dell’Alleanza, che consente ai membri di chiedere colloqui se la loro sicurezza è minacciata. In risposta all’incidente, l’Estonia ha convocato un diplomatico russo per consegnare una nota di protesta ufficiale.
La smentita della Russia
Sabato 20 settembre, il ministero della Difesa russo ha negato le accuse, sostenendo che i suoi aerei non hanno deviato dalla rotta di volo stabilita e non hanno violato lo spazio aereo estone. Mosca ha dichiarato che i jet stavano volando “su acque neutrali del Mar Baltico” da una base nel nord-ovest della Russia verso Kaliningrad.
Parla Macron
Il presidente francese Emmanuel Macron – alle prese col superdebito green che porta a un millimetro dalla bancarotta la Francia, e con crollo epocale nei consensi – ha espresso solidarietà all’Estonia, condannando l’incursione come una provocazione estremamente pericolosa che accresce ulteriormente le tensioni nella regione. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha condannato l’azione russa. Il presidente del Consiglio europeo, António Costa, ha affermato che i leader dell’UE discuteranno la loro risposta collettiva alle violazioni dello spazio aereo da parte della Russia in un incontro previsto a Copenaghen. Questo episodio si inserisce in un contesto di crescente tensione ai confini orientali della NATO, con violazioni dello spazio aereo segnalate anche da altri Paesi come la Polonia e la Romania.
Qualche dubbio sulle accuse precedenti
Le accuse e le contro-accuse tra Russia e Occidente, in particolare in relazione a incidenti che coinvolgono infrastrutture e droni, sono un aspetto ricorrente della complessa situazione geopolitica attuale. Le indagini non portano a una conclusione definitiva e riconosciuta da tutte le parti, o che le accuse iniziali si scontrano con versioni alternative che rendono difficile stabilire una verità inoppugnabile.
1. Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream
- Le accuse iniziali: dopo le esplosioni che nel settembre 2022 hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico, la Russia e l’Occidente si sono scambiati accuse. Molti in Occidente hanno subito puntato il dito contro la Russia, suggerendo che volesse sabotare le proprie infrastrutture per motivi politici ed economici, ad esempio per creare instabilità sui mercati energetici europei. La Russia, dal canto suo, ha accusato Stati Uniti e Regno Unito di essere responsabili dell’accaduto.
- Con il tempo, le indagini di paesi come Svezia, Danimarca e Germania hanno faticato a trovare prove concrete che collegassero direttamente la Russia al sabotaggio. Nel frattempo, diverse inchieste giornalistiche, in particolare quella del New York Times e del settimanale tedesco Der Spiegel, hanno suggerito che il sabotaggio potesse essere stato opera di un gruppo “pro-Ucraina” non direttamente collegato al governo di Kiev. Questa teoria ha trovato un certo credito, anche se non ha mai portato a una prova definitiva. L’arresto di un cittadino ucraino in Italia, sospettato di essere coinvolto nel sabotaggio, ha ulteriormente alimentato questa pista, ma finora non ha portato a una conclusione giudiziaria definitiva.
2. Incidenti con i droni
- La Russia e i Paesi della NATO (soprattutto Polonia e Stati baltici) si accusano a vicenda di aver violato lo spazio aereo con droni. Ad esempio, la Polonia ha denunciato più volte la presenza di droni “russi” sul suo territorio, che in alcuni casi sono stati abbattuti. L’Unione Europea ha spesso sostenuto che queste incursioni fossero “la più grave violazione dello spazio aereo europeo da parte della Russia dall’inizio della guerra in Ucraina”.
- Mosca ha sempre negato con forza tali accuse, sostenendo che i droni non sono suoi o che le loro traiettorie non avrebbero potuto portarli nei luoghi indicati. La Russia a sua volta accusa l’Ucraina di aver lanciato droni contro il proprio territorio, come nel caso di attacchi a stazioni di compressione del gas o a centrali nucleari.
Articolo 4 della NATO: da attivare? No
L’Estonia chiede l’attivazione dell’articolo 4 della NATO, che scatta in caso di minaccia. Qui c’è solo un eventuale sconfinamento, negato dalla Russia. La richiesta estone è del tutto fuori luogo. L’Articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico stabilisce che gli stati membri della NATO si consulteranno ogni volta che l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fossero minacciate.
Questa norma ha una funzione eminentemente politica e serve come meccanismo di “pre-allerta” che, a differenza dell’Articolo 5 (la clausola di difesa collettiva), non implica un’azione militare automatica. L’attivazione dell’Articolo 4 porta a un’immediata convocazione del Consiglio Nord Atlantico (NAC), l’organo decisionale dell’Alleanza, per avviare consultazioni e valutare la situazione. L’obiettivo è rafforzare la solidarietà tra gli alleati e inviare un chiaro segnale politico verso l’esterno, dimostrando unità e una potenziale reazione collettiva.
Un Modello di Tensione Basato sull’Inverificabile
L’incidente del 19 settembre 2025, con l’accusa dell’Estonia di una quadrupla violazione del suo spazio aereo da parte di caccia russi e la conseguente netta smentita da parte di Mosca, si inserisce perfettamente in un modello di crisi geopolitica caratterizzato da accuse non verificabili.
- Reazione Politica vs. Realtà Militare (Articolo 4): sebbene l’Estonia abbia ritenuto l’incursione sufficientemente grave da chiedere l’attivazione dell’Articolo 4 della NATO – un meccanismo di consultazione politica – l’articolo stesso lo definisce “fuori luogo” per un eventuale e negato sconfinamento. L’azione estone, supportata da Francia e Ucraina, serve quindi come un potente segnale politico per rafforzare la solidarietà NATO e condannare Mosca, più che come un’effettiva risposta militare immediata.
- Schema Ricorrente di Accuse Non Risolte: l’elemento cruciale è il riferimento agli “ultimi aggiornamenti” su incidenti precedenti (il sabotaggio del Nord Stream e le incursioni di droni). Questi casi hanno dimostrato che le indagini internazionali spesso non riescono a individuare un colpevole inoppugnabile (come la pista “pro-Ucraina” emersa per il Nord Stream), lasciando spazio a versioni alternative e a un persistente clima di accusa reciproca tra Russia e Occidente.
- L’Assenza di Verità Incontrovertibile: l’episodio del Golfo di Finlandia, negato da Mosca con la giustificazione del volo su “acque neutrali”, consolida l’attuale scenario di crescente tensione ai confini orientali della NATO. In un contesto in cui è difficile stabilire una verità definitiva e riconosciuta da tutte le parti, ogni incidente serve a esasperare la narrativa dello scontro. Le violazioni dello spazio aereo diventano così strumenti per mantenere alta la pressione e indirizzare l’attenzione politica, senza giungere a una risoluzione chiara o a una de-escalation.
In sintesi, l’incidente estone non rappresenta un casus belli risolutivo, ma l’ennesima manifestazione di una strategia, o di una “guerra cognitiva” (come suggerito nel tuo articolo precedente), dove l’obiettivo non è provare i fatti, ma sfruttare l’ambiguità per rafforzare la propria posizione politica in un contesto di profonda sfiducia reciproca.