Decessi sospetti e maltrattamenti nella casa di cura RSA Bellosguardo

Arresti e sequestri operati dai  Carabinieri di Civitavecchia

Roma e Civitavecchia (RM) 04.07.2014 –  Era dal 2011 che i Carabinieri della Stazione di Civitavecchia stavano indagando a seguito della denuncia dei  famigliari di un degente per presunti maltrattamenti, lesioni e percosse, violenze  avvenute nella Residenza sanitaria assistita (Ras) “Bellosguardo”.  Dalle dichiarazioni dei parenti dei degenti, poi inserite nel quadro completo delle indagini, emergevano varie forme di maltrattamento degli anziani che venivano lasciati per ore legati a letto e sulle sedie a rotelle, privati di cure e finanche di adeguato trattamento alimentare.

Nel frattempo, si erano verificati   due decessi di ospiti della struttura, di cui una donna anziana  deceduta per   disidratazione, malnutrizione, sindrome d’allettamento con decubiti multipli. In merito a queste morti sospette, era stato indagato per “omicidio colposo” il direttore sanitario della struttura.

La RSA risultava  accreditata provvisoriamente presso la ASL RM/F per 58 posti letto percependo una retta lorda mensile pro capite di € 3.600. La pianta organica prevista,   era di 9 infermieri, 15 assistenti, 4 fisioterapisti, 4 terapisti occupazionali, 4 educatori, uno o più medici, facoltativamente uno psicologo, un medico responsabile, 2 addetti amministrativi, 4 addetti ai servizi generali ovvero una ditta incaricata per le pulizie e manutenzioni, in luogo di 1- 2 infermieri a turno (mattina/pomeriggio/notte), 1 fisioterapista ed alcuni addetti alle pulizie.

I militari dell’Arma ponevano sotto osservazione attraverso sistemi di videosorveglianza la Rsa. Nel corso dei servizi di appostamento, emergeva   che il personale impiegato nella struttura  era di gran lunga inferiore a quello previsto, dimostrando l’inefficiente assistenza sanitaria riservata agli anziani nonché l’assenza di personale medico specializzato per l’effettuazione di visite e la somministrazione di terapie, sostituito da personale generico, privo delle necessarie competenze, con seri rischi per la salute degli assistiti.  I gestori della RSA, avrebbero imposto attraverso specifiche disposizioni impartite ai loro collaboratori, un risparmio assoluto in termini di risorse umane impiegate, di terapie effettuate e sugli alimenti somministrati.

Le attività tecniche evidenziavano  un quadro indiziario gravissimo a carico degli indagati, i quali, incuranti della salute e delle gravi conseguenze a cui erano esposti  gli anziani, assistevano  i degenti in modo assolutamente non adeguato e, all’aggravarsi delle condizioni cliniche dei loro pazienti, in extremis, li trasferivano presso l’Ospedale di Civitavecchia, ove alcuni degli stessi erano poi deceduti. Inoltre, affioravano episodi di maltrattamento dei degenti, costretti mediante legacci, lenzuola o altri mezzi di fortuna non specifici, a letto o sulle sedie a rotelle, per agevolare il controllo ad opera del ridotto numero di infermieri ed assistenti presenti in struttura rispetto a quello previsto. Il trattamento “di forza”, necessario a controllare i pazienti, era riservato non solo a coloro che, per malattia o deficit manifestavano intenti autolesionistici, ma anche ai degenti che erano meno disposti ad accettare la scarse cure ed assistenza, a titolo di punizione delle loro lamentele, con intimazione a non riferire ai loro parenti e familiari.

Inoltre, si constatava che i gestori della clinica, con il favore di alcuni funzionari pubblici, erano in grado di conoscere con anticipo le ispezioni ed i controlli di ufficiali sanitari della ASL e del Comando Carabinieri Tutela della Salute, predisponendo così per quel giorno, la presenza del previsto organico sanitario.

Lo stesso iter autorizzativo all’incremento della ricettività della RSA, mediante la realizzazione di una nuova struttura, è risultato essere inficiato da illecite attività poste in essere da una dirigente della ASL RM/F di Civitavecchia, che ha rivelato agli interessati atti e documenti a loro sfavorevoli, coperti dal segreto d’ufficio.

Il quadro investigativo, consentiva di rilevare a carico degli indagati con differenti responsabilità,  oggettivi elementi di reità in ordine ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frode nelle pubbliche forniture, truffa ai danni dello Stato, sequestro di persona  e maltrattamenti, esercizio abusivo di professioni, falso in atti pubblico, rivelazione di segreti d’ufficio  ed abuso d’ufficio e in mattinata, a seguito di richiesta avanzata dal  S. Procuratore della Repubblica di Civitavecchia Dr Paolo Calabria, su concessione del Giudice, i militari dell’Arma hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico dei responsabili della struttura, C.S. 57enne, C.M. 27enne e V.R. 61enne, nonché è stata applicata la misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici a carico di una dirigente della ASL RM/F., ponendoli  disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Contemporaneamente, sono scattate le perquisizioni locali presso le residenze e le sedi di riferimento della RSA Bellosguardo, che è stata sottoposta a sequestro preventivo con nomina d’ufficio di un amministratore giudiziario, ad opera del Dirigente della ASL RM/F, quale custode e per l’esercizio provvisorio dell’attività.

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