Ora Marino è una mina vagante
Roma, 10 ottobre – In questi ultimi giorni, le squallide vicende del primo cittadino di Roma hanno travalicato i confini territoriali creando un vero e proprio caso nazionale.
Non ho mai conosciuto Marino se non attraverso le “paginate” dei principali giornali e le sue stucchevoli recite nei diversi “talkshow” delle varie reti televisive.
Un fatto è comunque certo: tra la gente comune, e non solo, egli è più conosciuto come chirurgo che come politico trapiantato in Campidoglio per fare il sindaco di Roma.
Nell’ultima competizione elettorale è stato candidato del PD (una scelta alquanto sorprendente un po’ per tuti), ed ha vinto a mani basse contro il suo avversario Alemanno, del quale ben pochi rimpiangono la mancata rielezione.
Durante il suo alquanto breve mandato, poco più di due anni, questo bravo chirurgo prestato alla politica, ha alternato ad alcune iniziative apprezzabili, altre inqualificabili e grottesche che hanno messo in serio imbarazzo il suo partito di riferimento e lo stesso Presidente del Consiglio, Renzi.
Tra le tante stupidaggini di Marino, rimarrà memorabile la smentita “in diretta” di Papa Francesco balzata su tutte le prime pagine dei quotidiani e degli altri mezzi di informazione del mondo, quando il Santo Padre, un po’ infastidito, ha solennemente negato di averlo mai invitato prima o durante il suo recente viaggio negli Stati Uniti.
L’ultima delle sue baggianate è stata la pubblicazione “Online” delle spese di rappresentanza pagate con la carta di credito del comune; un vero disastro.
A questo punto si è capito che la misura era colma ed il suo partito lo ha scaricato imponendogli le dimissioni.
Marino, però, non l’ha mandata giù e sembrerebbe continui a minacciare di rivelare nomi eccellenti ed episodi scottanti riconducibili a “mafia Capitale”, versione poi anche questa negata.
Il fatto che egli si sia dimesso e non sfiduciato gli consente di tenere sulla graticola, almeno per altri 20 giorni, i suoi avversari, interni ed esterni.
Inoltre nulla e nessuno potrebbe impedirgli di ritirare le dimissioni e presentare una nuova giunta che difficilmente troverebbe la maggioranza per amministrare, ma provocherebbe una ulteriore grave perdita di tempo, specie con l’ormai imminente apertura del Giubileo.
In questa brutta e scandalosa storia vera, non riesco ad intravvedere vincitori perché hanno perso tutti.
Molto verosimilmente ci saranno ulteriori stravolgimenti che non interesseranno soltanto la politica, ma anche la magistratura.