Estero. Satira e integralismo religioso

La Francia tra libertà e integralismo religioso

Lussemburgo, 2 novembre 2020 – I recenti attentati di matrice islamica in Francia  hanno riportato in prima pagina il problema dei rapporti tra libertà di stampa e satira e integralismo religioso.

Ma in attesa che il problema sia risolto a farne le spese è la povera gente.

Il 29 ottobre nella basilica di Notre Dame a Nizza un attentatore ha ucciso tre persone (due delle quali barbaramente decapitate) e provocato vari feriti.

Pochi giorni prima, a Parigi, c’era stata la feroce, uccisione dell’insegnante Samuel Paty, anch’esso decapitato.

Questa, a sua volta, era stata preceduta da un attentato contro il Consolato francese di Gedda.

Solo pochi giorni prima di essere ucciso, il povero professor Paty aveva mostrato in classe ai suoi studenti alcune caricature del Profeta Maometto per provare a spiegare la libertà di espressione e la satira.

Ma subito dopo aveva ricevuto minacce da alcuni genitori di questi ultimi, da lui stesso denunciate prontamente alle locali autorità di polizia.

Negli ultimi quattro anni gli attacchi terroristici in terra di Francia sono stati ben 35, almeno stando a quanto comunicato da fonti autorizzate .

Fra quest’ultimi spicca il criminale attentato ai giornalisti della redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, reo di aver pubblicato la famose vignette satiriche sul Profeta Maometto.

L’attuale situazione esplosiva si basa sull’esigenza del terrorismo jihadista di trovare sempre nuove opportunità da poter prendere a pretesto per poter colpire in nome di Allah.

Una scusa che gli serve, però, solo per perseguire gli interessi materiali di chi sta dietro la bassa manovalanza terrorista!

A ciò vanno poi  aggiunti i recentissimi, accesi, contrasti fra il Presidente Mácron ed il suo omologo turco Erdogan, che hanno inasprito ulteriormente il clima generale e gli animi dei vari interlocutori.

Ma cerchiamo, per quanto possibile, di mettere un po’ d’ordine in questa spinosa materia, sperando in un prossimo auspicabile clima di maggior distensione.

Primo punto: sul territorio francese vive la più grande popolazione musulmana rispetto a tutti gli altri Paesi dell’Europa occidentale.

Secondo punto: l’Islamismo è la seconda religione più diffusa in Francia.

La legge francese non prevede una religione di Stato ma riconosce a chiunque il diritto alla libertà di fede e di culto, così come avviene in molti Stati laici.

Secondo un sondaggio svolto nel 2010 da Eurobarometro oltre il 40% dei francesi ha dichiarato di non credere in alcun Dio ne’ in alcuno spirito o forza vitale .

Dunque il livello di irreligiosità in Francia è fra i più alti nel Mondo!

Ma fra  i cittadini francesi credenti gli islamici sono più del 10%.

Nel corso della storia, alcuni Paesi hanno progressivamente abolito il reato di blasfemia.

Fra questi ci sono la Francia, il Canada e i Paesi scandinavi.

Ma in altri Paesi tale reato c’è ancora ed è anche punito con pene che possono arrivare fino a quella di morte.

Come avviene, ad esempio, in alcuni Stati di religione islamica quali l’Iran, l’Arabia Saudita e la Nigeria.

E tanti mussulmani che arrivano in Francia da quei Paesi avvertono ancora come una grave offesa alla propria religione un certo tipo di satira. Da essi considerata “blasfema”.

Ma è anche chiaro che in un paese democratico e laico com’è la Francia la libertà di espressione va sempre tutelata.

E la stessa satira non può in nessun caso autorizzare alcuna forma di violenza. Comunque e da chiunque espressa!

Per favorire il ritorno ad un clima di maggior distensione, dunque, è ovvio che si dovrebbe perseguire una migliore convivenza pacifica tra cittadini laici e comunità religiose.

E tutto ciò passa per forza attraverso il mantenimento di comportamenti sociali basati sulla tolleranza e sul rispetto reciproco.

Evitando magari, grazie all’uso del buon senso, anche inopportune e gratuite forme di provocazione in materia di religione!

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