Commemorati il Maresciallo Mariano Romiti e l’Agente Ciro Capobianco, vittime del terrorismo

Roma, 7 dicembre – Con due distinte cerimonie, sono stati commemorati due appartenenti alla Polizia di Stato assassinati   nel 1979 e 1981 in due diverse  azioni terroristiche.

 

 

Erano circa le 7,45  del 7 dicembre 1979 quando Mariano Romiti, da circa 11 anni responsabile della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato Prenestino, stava andando alla fermata dell’autobus in via Casilina, nel quartiere di Torre Spaccata, per recarsi in Tribunale, dove avrebbe dovuto testimoniare ad un processo.

Lungo il seppur breve itinerario, però, da dietro un muretto,  sbucarono 3-4 terroristi armati di pistola che, vigliaccamente, aprirono il fuoco  contro di lui, ferendolo mortalmente. Prima di fuggire,  uno dei componenti del commando gli sparò un colpo di grazia alla testa. L’omicidio venne rivendicato dalle Brigate Rosse come un’azione che rientrava in un loro progetto per contrastare e colpire gli apparati dell’antiterrorismo. Le indagini svolte della Digos sulla morte di Romiti consentirono di individuare e catturare, nel gennaio 1982,  tutti i componenti della Colonna XXVIII marzo delle B.R. tra i quali Antonio Savasta, Renato Arreni, Giorgio Benfenati, Walter Di Cera e Giuseppe Palamà, che furono condannati all’ergastolo.

Il 5 dicembre 1981,  l’autoradio di pattuglia con a bordo l’agente Ciro Capobianco e altri due poliziotti stava percorrendo la via Flaminia. Giunti nel quartiere Labaro, gli agenti notarono quattro uomini seduti ad una panchina. Gli agenti decisero di procedere al loro controllo, invertendo il senso di marcia. La manovra però non passò inosservata ed i quattro sospetti, estrassero le pistole sparando contro gli agenti che scesero dal mezzo per usarlo come copertura e poter rispondere al fuoco. Nel conflitto a fuoco, l’Agente Capobianco venne colpito da un proiettile alla testa. Gli Agenti, spostatisi per ripararsi dal fuoco nemico, riuscivano ad uccidere uno degli aggressori ferendone un altro. I tre, però, riuscivano a salire sull’atuoradio ed allontanarsi velocemente, abbandonando la macchina con i colori d’Istituto dopo pochi chilometri. Capobianco, ricoverato in ospedale, non ce la fece a riprendersi e, dopo due giorni, morì. In seguito, furono assicurati alla giustizia anche Walter Sordi e Pasquale Belsito appartenenti al gruppo di fuoco dei N.A.R. che uccise l’agente Capobianco.

Stamane le due commemorazioni presiedute dal Vicario della Questura, dott. Lorenzo Suraci, cui hanno partecipato Autorità civili e militari nonché i familiari ed i colleghi delle vittime, con la deposizione di una corona a nome del Capo della Polizia, Prefetto Alessandra Pansa, sulle lapidi collocate presso il Commissariato Prenestino e alla  Caserma “Maurizio Giglio” dove prestavano servizio le due vittime del dovere.

All’epoca, trattando la Polizia Giudiziaria alle Compagnie Carabinieri di Casilina e Montesacro, avevo conosciuto personalmente Mariano. Era prima un uomo e poi un investigatore attento, con il quale avevamo collaborato in molte indagini, con continuo scambio di informazioni. Le Brigate Rosse, colpendolo, avevano centrato un grosso obiettivo per la Sua capacità operativa e conoscenza del territorio. Lo porto ancora nel cuore, come l’eroe che effettivamente era.

Onore ai due caduti del glorioso Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza.

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