Cronaca

COLPIRE UN APPARTENENTE ALLE FORZE DELL’ORDINE È COME COLPIRE LO STATO!

Continuano, tranquillamente, le aggressioni agli Operatori di Polizia!
bastoni

In provincia di Grosseto un carabiniere ferito in maniera molto grave mentre un collega in modo lievemente minore da un gruppo di giovani annoiati in preda a delirio delinquenziale e probabilmente alcolico.
Nelle ore successive, a Napoli, due agenti di Polizia presi d’assalto nel corso di incidenti provocati da elementi dei centri sociali, mentre a Terni altri due Carabinieri aggrediti in operazione di controllo del territorio.
È questo il consuntivo recentissimo, oltremodo oneroso, con cui le Forze dell’Ordine hanno fatto i conti alla fine di una loro giornata di lavoro.
E’ indubbio che Carabinieri e Polizia siano il braccio forte di una sicurezza che viene a parole esaltata ma certamente scarsamente garantita dalla politica.
Certamente non si può e deve generalizzare, in quanto la responsabilità penale degli autori dei gravi fatti è personale, per cui ne risponderanno di fronte alla Legge, ma la domanda che ognuno dovrebbe porsi è se è giusto che un uomo, un padre di famiglia, ovviamente in uniforme, uscendo di casa per iniziare il suo servizio a difesa della società, rischia di non tornarci più perché va incontro a pericoli difficilmente prevedibili.
Ciò fa parte del gioco: qualcuno obietterà; che si è pagati per questo: diranno altri; gli sta bene: tra i più malevoli; perché non hanno reagito, sparando con le armi d’ordinanza…altri ancora.
Noi rispondiamo che non vogliamo sottrarci al nostro Dovere, ma che siamo parimenti coscienti che il nostro lavoro non è uguale a quello degli altri lavoratori. Quello che non possiamo accettare è che non si tengano nella giusta considerazione i sacrifici umani e
professionali, a cui le Forze dell’Ordine sono esposte.
Ma, soprattutto, se la vita di un poliziotto o di un carabiniere, per chi aggredisce in maniera brutale, vale così poco, lo stesso non può dirsi per quanti, parlo della laboriosa società civile, cioè la stragrande maggioranza degli Italiani, quei tutori della Legge ne assicurano con coraggio professionalità e generosità, tutela e difesa.
E questo perché dove c’è un Carabiniere, un Agente di Polizia, comunque una divisa, c’è lo Stato.
Quindi, il monito per tutti deve essere unicamente quello che chi commette un gesto di violenza contro le Forze dell’Ordine abbia una pena raddoppiata, solo perché colpisce lo Stato e quindi l’intera comunità!
Nel periodo in cui ebbi l’onore di comandare la Regione Carabinieri Veneto, con responsabilità sulle sette Province della bella regione, negli anni 2006-09, dovetti affrontare con pienezza di responsabilità la problematica dei rischi del personale operante.
Riporto un articolo del quotidiano “IL MATTINO” di Padova, dell’agosto 2007, su quanto ebbi a denunciare pubblicamente, anche, in particolare, sul tema in esame, quello della sicurezza dei miei Carabinieri.
L’Arma: «In balìa della criminalità straniera»
J’accuse del comandante della Regione Veneto: «La Bossi-Fini è una norma senza contenuti»
di Paolo BARON.
PADOVA. Stavolta fra le righe non c’è nulla da leggere. Perché il generale Raffaele Vacca è più esplicito che mai. Chiaro. Comprensibile. Lineare. Sorprendente. Anzi no. «La legge Fini-Bossi ha perso qualsiasi contenuto di validità», spara a bruciapelo il comandante della Regione Veneto dei carabinieri. Seduti di fronte ha i giornalisti veneti di molte tivù e testate. Al suo fianco i comandanti dei Reparti operativi dell’Arma veneta. L’occasione è una bicchierata di metà estate con gli operatori dell’informazione. Ma a quanto pare è soltanto un pretesto. «E’ un meccanismo (la legge Bossi Fini, ndr) oltremodo lungo che poi non porta ad alcun provvedimento», è il suo
affondo…..
Al generale sono andati di traverso gli ultimi carabinieri feriti in occasione di arresti. Ha fatto finanche preparare una tabella. Da gennaio ad oggi sono finiti in ospedale 173 militari: “Un trend in crescita. Nel 2005 sono stati feriti 183 carabinieri. Nel 2006, 208 militari. Tutti durante operazioni di controllo o di arresto di persone. L’ultimo episodio, citato dal generale Raffaele Vacca, riguarda Padova. Lunedì scorso un maresciallo e un brigadiere del Nucleo operativo erano andati in via Manara, una probabile nuova «via Anelli», per consegnare alcuni documenti. Ma sono stati pestati a sangue da due nordafricani, poi arrestati. Il maresciallo ha avuto la peggio: 45 giorni di prognosi. “La delinquenza è sempre più tracotante – prosegue il comandante della Regione carabinieri – Inutile che ci compiaciamo dei dati riepilogativi con le rapine e i furti in calo rispetto all’anno precedente……..
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