Ci siamo quasi: c’è un emendamento alla legge Bilancio 2026 per condono edilizio: l’idea è dei senatori di Fratelli d’Italia, Matteo Gelmetti e Domenico Matera, propone infatti la riapertura dei termini dell’ultimo condono edilizio, introdotto nel 2003 con l’articolo 32 del decreto-legge 269. Secondo la proposta la misura dovrebbe essere estesa a tutto il territorio nazionale, previa approvazione delle Regioni. All’epoca la Campania, l’unica che non recepì nei termini la normativa statale, lasciò sospese un numero enorme di pratiche di cittadini che avevano presentato domanda e pagato il dovuto.
Condono edilizio 2026 in legge Bilancio: cosa prevede
La norma del 2003 prevedeva la possibilità di sanare opere abusive ultimate entro il 31 marzo 2003, con limiti volumetrici e territoriali precisi. Sempre esclusi in particolare immobili non adeguabili alle norme antisismiche, le costruzioni su aree demaniali statali o di enti pubblici senza concessione onerosa, le opere su aree con vincoli paesaggistici, idrogeologici o ambientali. Obbligatorio inoltre il rispetto della normativa edilizia e urbanistica vigente.
Il Precedente Storico: perché la Campania ha pratiche sospese dal 2003
Nel 2003 la Regione Campania, guidata da Antonio Bassolino, oppose resistenza al condono edilizio nazionale. Dichiarò inapplicabile sul territorio campano la sanatoria prevista dal decreto-legge 269/2003. La Regione presentò ricorso alla Corte Costituzionale contro la normativa statale. La Consulta intervenne con le sentenze 196/2004, 198/2004 e 199/2004: ridisegnò il condono, attribuendo alle Regioni ampi poteri di modulare limiti volumetrici e tipologie di abusi sanabili.
Ma la legge dello Stato era costituzionale. Tuttavia, quando la Corte si pronunciò, i termini per presentare domanda di condono erano scaduti. Le tempistiche tremende della burocrazia. I cittadini campani che avevano presentato istanza e pagato le oblazioni si trovarono impossibilitati a proseguire le pratiche, a differenza di quanto avvenuto nelle altre regioni italiane. Oltre alla Campania, sul fronte nazionale la riapertura potrebbe interessare anche situazioni rimaste sospese nelle altre regioni per motivi procedurali o per l’evoluzione normativa seguita alle sentenze della corte costituzionale.
È fondamentale precisare che si tratta di una proposta di emendamento alla Legge di Bilancio 2026 e non di una norma già approvata. Il testo finale della Legge di Bilancio e il destino dell’emendamento sono soggetti al dibattito e al voto parlamentare. La riapertura del condono è un tema di forte scontro politico, soprattutto in Campania, dove è interpretata dalle opposizioni come una mossa elettorale in vista delle elezioni regionali. La Legge Bilancio 2026 è in discussione; l’approvazione definitiva dell’emendamento non è garantita. Non ultimo, attenzione: il governo è di destra, la Campania di sinistra. Dietro, c’è uno scontro politico.
