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Buoni pasto, soglia esenzione fiscale: novità a 10 euro

Il governo sta valutando di alzare la soglia della tassazione dei buoni pasto da 8 a 10 euro: lo ha annunciato il viceministro dell’economia Maurizio Leo

Soglia tasse buoni pasto da 8 a 10 euro: la novità è in corso di valutazione da parte del governo per la Manovra 2026. La misura permetterebbe alle aziende di aumentare il valore dei buoni pasto senza doverci pagare ulteriori tasse. Va incontro alla necessità di aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori, così che possano far fronte a pause pranzo sempre più care per via dell’inflazione. Siamo a una media di 12,50 euro. Variabile in base alla zona: un conto è Milano, dove la vita è carissima e il rapporto qualità/prezzo non granché, un conto è Napoli, dove la vita costa pochissimo e il rapporto qualità/prezzo notevole.

Tassazione buoni pasto le soglie

Oggi i buoni pasto sono esentasse fino a 4 euro al giorno se cartacei (ormai pressoché superati) e fino a 8 euro al giorno per la versione elettronica. A quelli che hanno un valore superiore a questa soglia, la parte eccedente viene tassata come fosse reddito da lavoro dipendente.

Con una soglia di 8 euro e considerando 220 giornate lavorative, si arriva a 1.760 euro l’anno. Ma se la soglia salisse a 10 euro, l’importo salirebbe a 2.200 euro: +440 euro circa netti in busta paga, subito spendibili. Uno studio realizzato da Teha Group, The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Edenred ha analizzato l’impatto di una estensione della soglia a 10 euro: a fronte di un costo aggiuntivo per lo Stato (di circa 70-90 milioni), si avrebbe un aumento dei consumi tra 1,7 e 1,9 miliardi, che comporterebbe un maggior gettito IVA, compreso tra 170 e 200 milioni. Morale: beneficio netto finale per le casse pubbliche sarebbe di 95-110 milioni. Tutti ci guadagnano: Stato e lavoratori.

Effetto sul Sistema Economico

L’introduzione della misura mira a:

  • Sostenere il Potere d’Acquisto: aiutare i lavoratori a far fronte all’aumento dei costi della pausa pranzo dovuto all’inflazione.
  • Incentivare i Consumi: si stima che l’aumento dell’importo esentasse possa portare a un incremento dei consumi nel settore della ristorazione e alimentare, generando un maggiore gettito IVA per lo Stato. Alcune analisi suggeriscono un saldo netto finale positivo per le casse pubbliche.
  • Digitalizzazione: mantenere la soglia più bassa per i cartacei (4 euro) incentiva l’uso del formato elettronico, che è più tracciabile e moderno.

Allo Stato, secondo la Ragioneria, la misura costerebbe circa 70-80 milioni di euro l’anno. Ma secondo una ricerca di Sda Bocconi il sistema dei buoni pasto sostiene 220 mila lavoratori direttamente e indirettamente, generando un valore pari allo 0,75% del PIL.

Nel 2023 i consumi tramite buoni pasto hanno contribuito con 419 milioni di euro di IVA. Inoltre, già oggi il ticket ha un’efficace funzione di integrazione al reddito. In particolare, per le famiglie del ceto medio, tra i 25-50.000 euro, il suo apporto in un anno equivale in media a una mensilità in più.

L’idea di alzare la soglia esentasse a 10 euro e di portarla in manovra è stata della senatrice FdI Paola Mancini, membro della Commissione Lavoro del Senato, che già un paio di anni fa aveva presentato un piano, poi bloccato per assenza delle risorse finanziare necessarie. E’ una misura proposta e inserita nella Legge di Bilancio 2026, focalizzata sui buoni pasto elettronici, con l’obiettivo di sostenere il reddito dei lavoratori e stimolare l’economia. Diventerà effettiva solo dopo l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Matteo Ferrari

Giornalista di cronaca e attualità con anni di esperienza sul campo, Matteo Ferrari si distingue per la capacità di raccontare la cronaca, attualità e fatti con passione ed una particolare narrazione personale. La sua penna affilata e la sua passione per la verità lo rendono un punto di riferimento per chi cerca un'informazione affidabile, approfondita e nel contempo sintetica.
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