Spettacolo

Il volo della Fenice.

Dramma nel deserto del Sahara con un grande James Stewart.

Roma, 24 marzo 2021.

 

La ricorrenza.

Il volo della fenice esce oggi, cinquantacinque anni fa, in Italia diretto da Robert Aldrich con primo protagonista un maturo James Stewart.

La storia.

In pieno deserto del Sahara, da una base estrattiva petrolifera, prende il volo un bimotore di una compagnia statunitense in direzione costa mediterranea.

A bordo, oltre al pilota Towns (James Stewart) ed il suo secondo l’ufficiale di rotta Moran (Richard Attenborough), ci sono tecnici ed operai che hanno terminato il lavoro presso la base petrolifera.

Durante il volo verso il Mediterraneo un’improvvisa tempesta di sabbia crea delle problematiche serie al bimotore.

Towns tenta un atterraggio di fortuna allontanandosi però di circa 120 miglia dalla costa, ripiegando di nuovo in pieno deserto.

Il forte impatto causa la morte di due passeggeri e il grave ferimento di un operaio italiano, con tutti gli altri fortunatamente illesi.

In attesa dei soccorsi inizia la forzata convivenza tra figure di varia personalità, con poca acqua a disposizione e molti datteri da mangiare.

Dopo i primi giorni affiorano spigolosità varie, anche perché ci si rende sempre più conto che le ricerche tardano e forse sono state abbandonate.

Si fa larga l’ipotesi di tentare di raggiungere l’oasi più vicina a piedi, ma l’idea naufraga per la morte di un paio di componenti a cui s’aggiunge il decesso dell’operaio italiano.

A questo punto uno dei passeggeri, l’ingegnere aeronautico tedesco Dorfmann (Hardy Kruger), propone lo smantellamento del bimotore in panne e la costruzione di un velivolo più piccolo.

L’idea sembra pazzesca e in un primo tempo incontra le resistenze del comandante Towns, poi la volontà del gruppo prevale e si comincia a lavorare in tal senso.

Passano i giorni, l’acqua comincia a scarseggiare e le forze cominciano a venir meno.

A tutto ciò il rapporto tra Towns e Dorfmann comincia a deteriorarsi per tutta una serie di ripicche e incomprensioni.

Il colpo di scena finale sta nella candida rivelazione di Dorfmann, mentre parlava del suo lavoro, di essere un progettista di aeromodelli!

Towns e Moran sono allibiti e chiedono a Dorfmann di non rivelarlo agli altri.

Dorfmann si risente di ciò, rispondendo in malo modo al comandante, perché considera la sua progettualità completamente affine anche per un velivolo vero.

Raccolte le ultime energie e superando, non senza patemi d’animo, le ultime problematiche Towns porta al decollo il velivolo, ribattezzato Fenice, verso un’oasi finalmente in salvo.

Curiosità.

Aldrich gestisce una storia di sopravvissuti, con le loro nevrosi, le loro angosce, le diverse personalità messe a dura prova dalla situazione in cui si trovano.

E’ il concetto di unione che fa la forza che Aldrich dirige con maestria, così come farà un paio d’anni dopo con Quella sporca dozzina.

La bravura e l’anticonformismo di Aldrich rappresentano un marchio di fabbrica e pellicole come Vera Cruz, 1954, Che fine ha fatto Baby Jane, 1962, Nessuna pietà per Ulzana, 1972, Quella sporca ultima meta, 1974, tra le tante, lo certificano.

La quasi totalità delle scene sono state girate in ordine cronologico per far sì che agli attori crescesse la barba rappresentativa del tempo passato nel deserto.

Il cast è interamente maschile, con un’unica comparsata della ballerina araba Farida, Barrie Chase, che appare in sogno ad uno dei sopravvissuti.

Nella colonna sonora fa parte la canzone Senza fine, di Gino Paoli, cantata da Ornella Vanoni nella versione italiana.

I Protagonisti.

Cast eterogeneo con i già citati James Stewart, Richard Attenborough, Hardy Kruger, a cui s’aggiungono Peter Finch, George Kennedy, Ian Bannen e il nostro Gabriele Tinti.

Stewart, qui alla soglia dei 60 anni, recita con grande mestiere il ruolo del comandante, non solo dal punto di vista tecnico, poco incline al protagonismo dell’ingegnere tedesco.

I momenti finali che lo vedono freddo e sicuro nel tentativo d’accensione del velivolo, che avrebbe significato la salvezza di tutti, sono di altissima scuola.

Il film ha ricevuto la nomination per la miglior pellicola drammatica della stagione.

 

 

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