Tennis

Tennis Open d’Italia – Lorenzo Sonego miracolo italiano. E non è Carnera!

Al Foro Italico, con il pubblico.

Roma, 13 maggio 2021 – Arduo cercare di avvicinarsi alla comprensione del miracolo sportivo italiano  al Foro Italico, offerto dalla prestazione di Lorenzo Sonego nella sfida contro l’austriaco Thiem per l’accesso ai quarti agli Internazionali d’Italia.

Occorre sgomberare il campo da qualsiasi preconcetto che possa offrire interpretazioni di tipo classico all’irruzione perentoria del giovanotto torinese nel Gotha tennistico.

Un fortino attualmente oggetto di assalto portato da alcune categorie di giocatori “targati”.

Oppure, anche dei consueti “Deja vu!” . Dei, già visto.

Sonego non fa parte di alcuna categoria o genia. È un fenomeno tutto italiano, tutto fatto in casa.

Non è un enfant prodige di 19 anni, come gli italiani Jannik Sinner o Lorenzo Musetti, capofila indiscussi della New Generation della racchetta.

Un’accoppiata destinata per capacità tecniche, fisiche ed ambientali a essere protagonista a breve del tennis planetario. È solo questione di tempo.

Lorenzo non ha nel proprio DNA nulla a che spartire con quella sagoma di tennisti di pelo rosso tizianesco che accomuna una serie di giocatori fatti in fotocopia.

Si intende dai russi Rublev e Medvedev, al canadese Shapovalov, al norvegese Casper Ruud, allo stesso Jannnik Sinner altoatesino.

Per ragioni tutte da scoprire, il tennis risulta per questa genia rossa (Russa) particolarmente congeniale.

La famiglia torinese Sonego (padre impiegato naturalmente Fiat), non vanta ascendenze tennisticamente risalenti ad ex campioni della racchetta russi trasferitisi altrove.

Ovvero in Germania, come il Numero 5 Alexander Zverev; o in Grecia, come il N. 6 Stefanos Tsitsipas figlio della campionessa russa Julia Salnikova e sua allenatrice.

Ancora, sebbene abbastanza alto di statura (1,91 m) il mingherlino Lorenzo – già giovanili del Torino Calcio – è ben lontano dalla genia degli ultraduemetristi che implacabilmente stanno inserendosi a tutte le latitudini.

Uno sviluppo che ha dovuto imparare a proprie spese il giovane Lorenzo Musetti capitolato di fronte a Reilly Opelka, gigante del Michigan di due metri ed undici centimetri in grado mettere a segno in due set la bellezza di 23 aces.

Primo Carnera, il fenomeno pugilistico italiano che conquistò il titolo di Campione del Mondo dei Pesi Massimi, era considerato un mostro, ma era alto sei centimetri di meno, 2,05 m.

Il 26 enne giovanotto torinese, N. 28 al mondo nelle classifiche del 22 aprile, non è un fenomeno da baraccone neanche nel DNA.

No. È un mero prodotto fatto in casa come lo fu Livio Berruti, il torinese che nel 1960 , a 21 anni, stravinse l’oro sui 200 metri ai Giochi OIimpici di Roma.

Un ragazzo iniziato al tennis piuttosto, anche perchè troppo mingherlino per gli scontri fisici richiesti dal calcio agonistico.

Si parla del tennis cittadino praticato nei circoli sportivi dove il massimo dell’agonismo è centrato sugli scontri fra i circoli.

Dove il giovane Sonego ebbe la ventura di incontrare un Maestro ‘Fai da te’ Gipo Arbino, che dopo averlo snobbato in quanto cultore della filosofia Rambo (Parà), ne intuì le felici particolarità gestuali e mentali.

Senza bruciare le tappe, continuando a vivere nella sua Torino con la fidanzata Alice Petruccioli che lo sostiene nel suo girovagare.

Con un coach torinese affezionato al mondo dei circoli (perfino quello della Stampa diretto da Gianni Romeo), questa coppia affiatata, ieri ha regalato all’Italia (ed al Mondo Intero) una pagina storica di sport.

Una partita di tennis avvincente, ad altissimo livello tecnico, senza un attimo di respiro.

Iniziata con la gente sugli spalti plaudente e felice per lo spettacolo libero e bello che poteva seguire, spensierata dopo quasi due anni e mezzo di blackout.

Interrotta dal coprifuoco intervenuto alle 21. 30. Spostata in blocco in un nuovo impianto senza spettatori. Conclusasi con lo spettacolo di due atleti che davano ciascuno il meglio di sé senza risparmio.

Spettacolore la prova di Sonego, addirittura sfrontato in alcune trame da campione navigatissimo.

Sicuramente da grande campione la prova di Thiem, sempre reattivo di fronte alla crescita costante tennistica del suo sconosciutissimo avversario.

Un match assolutamente unico.

Non fa sorpresa che lo stupore abbia pervaso persino i fortunati telecronisti.

Tanto da indurli anche a sbigottiti… “però….” di fronte ad iniziative importanti di Sonego, quali aces o passanti lungolinea millimetrici o volee sotto rete, o smorzate millimetriche.

Tutti colpi che sono nel repertorio di Sonego assieme ad una brillantezza fisica e capacità di recupero davvero degne di un antico Berruti.

Lorenzo Sonego non è più da scoprire. È una realtà concreta dello sport italiano, fatto in casa. Non deve più convincere nessuno. A prescindere da quello che succederà nelle prossime ore.

La strada è sua e la conosce. Dominic Thiem è un campione vero. Nadal, Djokovic. Zverev, Tsitsipas, sono tutti a Roma, campioni autentici; e così i vari “russi”.

Si può vincere e perdere. Ma Sonego ha dimostrato di essere in grado di offrire il meglio di sé a contorno di un repertorio costituito da ottimi servizi, dritti e recuperi.

Domani sera alle 19.30 la sfida contro il “rosso” Rublev. Tutta da vedere. Incognita? Se Sonego ha dormito questa notte ed ha assorbito le tre ore abbondanti di ieri notte.

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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