Tennis Masters 1000 Indian Wells – Berrettini agli Ottavi

Miracolo Berrettini ad Indian Wells

Roma, 16 marzo 2022 – Matteo Berrettini conquista gli Ottavi di Finale dell’ATP Masters 1000 di Indian Wells superando in due set il sudafricano Lloyd Harris.

Presentata così la vicenda californiana di questa notte, sembrerebbe annunciare uno scontato successo dell’azzurro su un avversario distaccato nel ranking di 24 posizioni: Berrettini N. 6; Harris N. 30.

Nulla di più lontano, invece, della realtà espressa sul cemento di Indian Wells nell’ora e 32 minuti delle durata del match che ha lanciato Berrettini sulla scia di Sinner ai vertici della contesa californiana.

In realtà il Matteo nazionale ha sofferto moltissimo il suo avversario, apparso per buona parte della partita, a lui superiore ed in controllo della situazione tecnico-tattica.

BERRETTINI COME SINNER
Anche se poi Berrettini è riuscito, nelle fasi cruciali del primo e secondo set, a trovare gli spunti per rovesciare le sorti del match, rimontare, passare il turno, raggiungere l’altro azzurro Jannik Sinner.

La partita si è svolta sul piano del massimo equilibrio. Con i due sfidanti entrambi in condizione di difendere il proprio servizio.

Berrettini affidandosi agli ace ed alle prime palle vincenti, inesorabili, del proprio servizio.

Harris più abile negli scambi angolati, nel rovescio, nelle discese a rete, nella copertura del campo.

In particolare, si notava, però anche, un ritorno da parte del romano all’uso del rovescio liftato, sintomo di grossa difficoltà difensiva.

Un difetto che sembrava il miglior Berrettini avesse superato di recente, tanto che il suo primo turno di servizio era risultato espresso da una serie di colpi esemplari – una smorzata sotto rete, due Ace, due prime palle non controllabili.

Ma anche un doppio fallo ad equilibrare la situazione.

Al decimo game, il colpo di scena. Il break causato da un paio di errori non forzati e mandati in rete di Harris che regalavano il set all’Italiano, 6-4.

Circostanze che mostravano chiaramente che l’ottimo Harris non era un Ufo tennistico piovuto da Marte, ma un giovanotto ben dotato di Cape Town, con pregi e difetti.

E, fra questi ultimi, una fragilità di tenuta mentale nei momenti decisivi. Come la paura di vincere. Altrimenti si sarebbe chiamato Nadal e sarebbe nato in Spagna non a Cape Town!

Fatto sta che Berrettini è rapidissimo a sfruttare le palle messe in rete da Harris per strappargli il servizio e chiudere il set 6-4.

MATTEO RIMONTA IMPOSSIBILE
Ancora più sensazionale il secondo set, dove il “Brutto” Berrettini “Ero nervoso, non so perchè!” (E’ il suo commento a caldo).

Diventa ancora più brutto; tanto da concedere ad Harris due break che portano il sudafricano al 2-5, ad un punto dal set.

Qui inizia un altra gara.

Una partita che dimostra che Berrettini non è un Ufo, ma un talento vero. Dotato nel fisico, ma anche e soprattutto, nella testa.

Matteo non ne sbaglia più una. Infila cinque giochi consecutivi. Non importa chi serva. Chiude il match 7-5 senza tante discussioni. In poco più di un ora e mezza.

L’impresa di Matteo, espressa in numeri, ha visto Berrettini mettere a segno ben 12 ace, tutti decisivi nonchè un saldo attivo nel rapporto punti vincenti/ed errori, con 36 prime palle messe in campo su 41 tentativi.

In altre parole il tennis di Berrettini è vincente perchè più concreto e concentrato sui momenti decisivi.

Sono considerazioni non astratte, specie quando si gioca in condizione estreme come ad Indian Wells dove le teste di serie cascano come mosquito.

Ne sa qualcosa Daniil Medvedev, il russo successore di Djokovic, rimasto sul trono appena tre settimane .

 

 

 

 

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