Torneo delle Sei Nazioni 2021: Italrugby, in Scozia, capitolo chiuso

Ripartire con Sergio Parisse

Roma, 21 marzo 2021 – Alcuni si erano illusi che nel Torneo delle Sei Nazioni 2021, contro la Scozia, il rugby italiano avrebbe suonato un’altra musica.

Purtroppo, invece, i violini italiani hanno vibrato solo per il primo quarto d’ora.

Al 7′ la meta realizzata da Bigi sulla spinta dal Pack azzurro ben trasformata dalla bandierina da Gabrisi.

La segnatura è seguita da due mete scozzesi ed un piazzato del mediano di apertura italiano
All’insegna del massimo equilibrio.

Sul 10-12 per la Scozia, dal 17′ minuto in poi, purtroppo si è sentito soltanto il suono delle cornamuse nello deserto stadio di Murrayfield.

Non poteva essere altrimenti poichè nel giro di un paio di settimana non era ipotizzabile che l’Italrugby potesse aver maturato tutta l’esperienza necessaria per affrontare, con successo, un qualsiasi avversario del Sei Nazioni.

Accadeva dunque che il tre quarti centro Federico Mori, calcolata male la trasmissione dell’ovale della linea scozzese, si avventasse con i suoi 107 chili, su Sam Johnson prima che il pallone arrivasse allo scozzese..

Lo sfiorava fortunatamente lasciandolo illeso, però non poteva sottrarsi al cartellino giallo per placcaggio illecito ed ad un calcio di punizione che conduceva alla terza meta scozzese.

In 14 per dieci minuti, l’Italia contro un avversario già più potente per il suo, doveva subire almeno altre due mete, chiudendo il primo tempo 24-10.

Partita ancora una volta gettata via non tanto per la superiorità tecnico-tattica scozzese, bensì per l’immaturità agonistica degli azzurri.

Azzurri che, anche nella ripresa, incorrevano in altri due cartellini gialli finendo per giocare anche in 13 contro 15.

Subivano altre 4 mete per consegnare il risultato più pesante mai registrato contro la Scozia, 52-10.

Quarantadue punti di scarto. Per la sconfitta consecutiva numero 32 nel Sei Nazioni .

La cronaca della partita è testimone dell’equilibrio iniziale; con l’Italia avanti raggiunta e superata in conseguenza delle penalità provocate dall’indisciplina gratuita degli azzurri.

Bocciata con il sesto consecutivo cucchiaio di legno assegnato in virtù dei zero punti in classifica.

Non già per insufficienze tecnico-atletiche, ma per comportamenti immaturi di poca rilevanza sostanziale.

Il caso di Federico Mori è emblematico.

Il giovanotto livornesi, per le sue doti fisiche, ha svolto tutta la trafila della Accademia Nazionale Under 18, giocando per tutte le varie rappresentative giovanili per età.

Suo club di formazione: il Livorno.

A 18 anni è stato chiamato a Calvisano e quindi è approdato alla franchigia professionistica Federale Zebre di Parma disputando 6 partite nel campionato Pro 14.

Queste solo le esperienze ad alto livello di questo giovanottone di 20 anni, alto 1,88 m. per 106 chili.

All’esordio da titolare, scelto da Smith in luogo di Canna, giocatore esperto in grado di fungere da doppio mediano di apertura.

Di fronte a lui, ad Edimburgo, Sam Johnson, australiano di nascita e di formazione.

Sam Johnson,27 anni già campione di Rugby 13 e, da un paio d’anni pro equiparato scozzese per la Nazionale con cui ha disputato 16 partite.

Ieri Murrayfield gli ha assegnata anche la palma di Player of the Match.

Il livornese Federico deve avere pensato dopo un quarto d’ora: “Ora gli faccio vedere cosa gli capita a questo fenomeno!” Ed è partito a spron battuto… ma in anticipo!

Se moltiplichiamo per 15 (più la panchina), le problematiche di una squadra ringiovanita dappertutto oltre maniera, ci si rende allora conto di quali siano le reali problematiche dell’Italrugby.

La situazione non è drammatica perchè l’ultima generazione, quella proveniente dalle Accademie, ha le carte in regola.

A patto che il processo avvenga “cum grano salis”.

Il neo Presidente della Fio, Marzio Innocenti, ha tempo per valutare e riflettere. C’è assolutamente da mettere le mani in pasta.

La nuova struttura ha come appuntamento il Tour che gli azzurri disputeranno questa estate in Nuova Zelanda.

Fu proprio li, ad Hamilton che Sergio Parisse, l’ex leader azzurro, esordì nel 2002 a 19 anni assieme a Marco Bortolami e Martin Castrogiovanni.

Un trio che per molti anni ha accompagnato la crescita internazionale dell’Italia del rugby.

Chissà che non possa essere proprio lui, Parisse leader carismatico dell’Italia – ma anche della

Benetton Treviso, dello Stade de France ed, attualmente, del Tolosa – a pilotare il risveglio azzurro.

IL RUGBY IN PRO, VENDICA GLI AZZURRI

Nella sfida Sei Nazioni fra Italia e Scozia a livello femminile ed U20, l’Italia si è aggiudicata nettamente i due match: 26-12 le azzurre in rosa a Padova; per 45-31 i giovani a Bari.

Anche due settimane fa, la sfida Italia-Galles era terminata 2-1 in favore azzurro con le stesse modalità

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