Autumn Nations Cup Rugby – Ko in Galles cercasi leader

Italrugby male!

Roma, 5 dicembre 2020 – Partita dai molti volti quella a Cardiff fra Galles ed Italia , conclusiva della stagione ed anche della Autumn Nations Cup.

Si registrava una sterile pressione iniziale azzurra arenatasi presto per un intercetto regalato da Canna ai gallesi.

Quindi al primo possesso dei celtici, Faletau di infilava fra Stein e Garbisi e poteva lanciare Tipulin che, bucata la difesa per offriva al mediano di mischia Hardy la palla della prima segnatura,

Al quarto d’ora si era sul 14-0 per una seconda meta trasformata realizzata di sfondamento dal Pack in maglia rossa.

Tutto lasciava pensare ad una ennesima “meteada”. La Giovane Italia messa in campo da C.T Marco Smith era in balia dell’avversario,

In particolare faceva acqua la nuova mediana Garbisi-Varney. 38 anni in due! Passi per i 20 del mediano di apertura ma i 18 del mediano di mischia del Gloucester sono effettivamente troppo pochi.

Ma se gioca in Inghilterra e con la U20 italiana, sicuramente deve avere dei numeri! Può darsi, ma affidargli la regia della Nazionale Assoluta contro il detentore del Sei Nazioni, appare mossa prematura.

Infatti, l’Italia si limita a difendersi come può; accettando il ping pong di calci, mai azzardando dei contrattacchi mentre il Galles amministra, certa di essere padrona.

Mai dire mai nello sport! Anche nel rugby, sicchè una incursione decisa del pilone Fischetti offre al sinistro centrato di Garbisi di violare i pali e segnare tre punti, 14-3.

La partita cambia volto non perchè sono cambiati gli equilibri, ma perchè gli episodi si sono messi a favore degli azzurri.

Varney si fa perdonare tutta la propria inesperienza offrendo un saggio del proprio talento quando meno te lo aspetti. Interviene su un pallone vagante a ridosso dell’area di meta azzurra.

Anzichè liberarsi della minaccia avversaria calciando o cercando un compagno, opta per affrontarla incuneando la sua taglia piccola (1,73m, x 70kg) nella muta che lo affronta.

Trova un varco ed insiste esplodendo energia e velocità semina tutti, meno l’estremo difensore che lo ferma maldestramente al punto di meritarsi un calcio di punizione ed il cartellino giallo.

Il capitano Bigi, anzichè la via dei pali, opta per la rimessa laterale. Sulla successiva touchè Canna si fa perdonare con un calcetto calibratissimo a superare la linea avversaria.

È fantastico Zanon a conquistare il pallone ed ad andare in meta centrale. Garbisi trasforma e l’Italia si porta sul 14-10. Quindi sul 14-13, grazie ad un piazzato di Garbisi prima del riposo.

Il concerto improvvisato azzurro continua nella ripresa. Dopo 10 minuti si arriva al sorpasso , dopo con un piazzato del preciso Sheedy: 17-13

L’episodio nasce per una iniziativa di Trulla che Smith ha voluto assolutamente provare ad estremo.
Il ragazzo padovano contrattacca, finalmente, su un calcio ping-pong avversario. Slalomeggia fra i gallesi e pesca con esattezza Sperandio. L’ala prosegue la penetrazione fino a liberare Meyer.

L’azione del Numero 7 è devastante. Tira fuori una velocità esplosiva alla Polledri che non si conosceva.

Alla fine, con gran spallata manda a gambe levate l’estremo difensore Lloyd.

La meta non è trasformata, ma consente al 9′ della ripresa il sorpasso 17-19.

Gli episodi pro-Italia finiscono purtroppo qui. Quando ancora c’è mezzora davanti.

I gallesi si accendono. Gli italiani si spengono. Si è sempre ritenuto che nel rugby gli episodi non contino e che lo “score” segua sempre il valore effettivo delle due squadre.

Sono 30 minuti nei quali l’Italia ha subito tutti i 18 punti che aveva, episodicamente, messo nel carniere nonostante l’evidenza di tanti deficit.

Solo un ragazzo è riuscito a mantenere testa, cuore e muscoli a posto: Paolo Garbisi il mediando di apertura. Ma non è ad un ragazzo di 20 anni che si può chiedere di fare da leader.

Prima dell’SOS c’è solo ancora da verificare quanto abbia inciso nella debacle il vizio di immettere ” a freddo”, in continuazione 7 cambi, come si stesse disputando un test amichevole.

La maggior parte dei nuovi non riesce ad entrare mai in partita. Che senso ha immettere un giovane come Michele Lamaro che non sa che pesci prendere in una squadra allo sbando?

Risposta: sbandare ancora di più, fino ad una debacle superiore al divario effettivamente esistente fra le due contendenti.

Gli esperimenti si facciano nelle partite internazionali che le franchigie professionali federali – Benetton e Zebre – svolgono tutto l’anno. Non nelle formazioni che rappresentano l’Italia.

 

 

Exit mobile version