Olimpiadi Invernali di Pechino. Giornata nera per l’Italia.

Perse 3 medaglie

Roma, 13 febbraio 2022 – Una domenica da dimenticare quella odierna ai Giochi olimpici di Bejimg. Tre le competizioni che vedevano gli azzurri in lotta per il podio. Tutte sono andate fallite.

SLALOM GIGANTE MASCHILE
Si è cominciato con lo slalom gigante maschile che vedeva in lizza con buone chances, il trentino di Cles, Luca De Aliprandini.
Gli organizzatori cinesi, hanno fatto di tutto per disputare la gara malgrado le proibitive condizioni meteo: o neve farinosa fitta o visibilità quasi nulla.
La prima manche ha sofferto abbastanza, ma il riscontro tecnico ed agonistico ha promosso i migliori, a cominciare da Marco Odermatt che, alla fine, ha portato l’oro a casa sua in Svizzera.
Luca De Aliprandini ha realizzato il sesto miglior tempo, in piena linea con il progetto podio.
Il meteo , però, è andato via via peggiorando. La seconda manche ha subito rinvii. Fino alle tre del pomeriggio, le 8 del mattino in Italia quando è stato deciso di dare, comunque, il via alle discese.
Una vera ecatombe. Chiunque osasse tentare di sciare in modo competitivo, finiva fuori a gambe levate.
Sugli 89 partenti, al traguardo sono arrivati circa la metà: qualche fortunato, oppure quelli che hanno deciso di imitare gli sciatori della domenica.
Difficoltà anche per lo svizzero Marco Odermatt, che ha potuto misurare la propria prestazione partendo in vantaggio, dopo i rivali.
De Aliprandini ha inforcato la terza porta portandosela dietro dopo aver spigolato.

FONDO STAFFETTA 4X10 KM MASCHILE
Anche sul tracciato della staffetta 4×10 km maschile, la gara principe del fondo, è caduta neve, ma questo non ha inficiato la parte tecnica della gara. Al freddo (meno 11°) ed alla neve, i fondisti accettano tutto.
Impresa ragguardevole è battere i Paesi Nordici nel fondo dove i ragazzi di campagna, a scuola ci vanno con gli sci da fondo
Sulla carta e sui fatti, sono i paesi da battere.
La 4x10Km ad inseguimento è stata ridotta a 4×7,5 km per ragioni tv. Le prime due frazioni si corrono con la tecnica classica. Le seconde sono libere.
Oltre ai soliti norvegesi, svedesi, finlandesi, questa volta ci sono anche i russi che da 42 anni cercano l’oro nella specialità più prestigiosa.
L’Italia, proprio in Norvegia ai Giochi Olimpici di Lillehammer nel 1994, con Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner, riuscì a compiere una delle più grandi imprese sportive del secolo scorso: sconfiggerli, a casa loro, a meno 40 gradi, nella gara più ambita.

La squadra azzurra è composta da Federico Pellegrino, Francesco De Fabiani, Davide Graz e Giandomenico Salvadori.
È Federico Pellegrino a partire come primo staffettista azzurro.
La Russia di Chervotkin ha una partenza lampo. Fa il vuoto. L’unico che gli tiene testa è proprio lo sciatore aostano.
Pellegrino, ai 24″ di handicap iniziale, ne aggiunge appena una decina nel trasmettere il testimone a Francesco De Fabiani.
Fabiani si difende come può ma nella fase finale della sua frazione, va in apnea. L’Italia perde tutto il vantaggio rispetto agli inseguitori; è viene riassorbita dal gruppo dei nordici.
Agli ultimi due staffettisti, Davide Graz e Giandomenico Salvadori, non resta che battagliare con la Svizzera per il settimo posto e… terminare ottavi!

INSEGUIMENTO FEMMINILE
Quanto a Dorothea Wierer, la Biathleta azzurra medaglia d’argento nello Sprint, è stata ad un passo da una nuova medaglia, in una specialità più lunga, quella dei 10km. .
Scontata la imbattibilità della norvegese Marta Olsbu Roeiseland, implacabile sia sugli sci che al tiro, il “Fiore azzurro” gardenese ha cercato di controllare il resto del lotto fra cui spiccava la svedese Elvira Oeberg medagliata anche lei nello Sprint.
Dorothea non ha cercato avventure, ma ha badato di rimanere con i piedi per terra evitando di arrivare stremata ai poligoni di tiro.
Perfetta sulla piazzola dei 2 e 4 chilometri (5 su 5) ha contenuto il vantaggio crono della norvegese.
Forse la ragazza di Brunico con l’hobby dell’uncinetto, ha pensato addirittura di sfidare la norvegese sul fondo ed ha allungato.
Le conseguenze negative della scelta, si sono palesate alla terza piazzola, quella dei 6 km , in piedi dove la Wierer ha commesso i 2 errori che l’hanno rimessa nel gruppo delle inseguitrici.
Anche la Olberg, commetteva due errori. Agli ultimi 2 km Dorothea Wierer era ancora in zona medaglia.
Importante erano gli ultimi 5 tiri all’8° km. Si poteva forse sbagliare un centro, non due.
Dorothea sbagliava subito il primo. Ne infilava quindi tre in rapida sequenza.
Poi si fermava, insicura, per riprendere fiato dall’apnea. Passavano i secondi preziosi. Arrivava finalmente il clic ed il centro. Ma troppo tardi!
Il suo bronzo se lo prendeva l’altra norvegese T.. Eckhoff. Argento alla svedese Oeberg.
Assimilato il quadro, gli occhi coloro indaco più belli del Circo Bianco, si appannavano. Fallito l’obiettivo medaglie, Dorothea Wierer perdeva anche il mordente: sul traguardo era sesta.

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