Brasile 2014

Mondiali Brasile 2014: sarà l’Argentina a sfidare la Germania nella “finale dei due Papi”

I rigori hanno premiato l’Argentina e domenica si giocherà la finale tra le nazionali di Papa Francesco e Papa Benedetto.

SEMIFINALE: Arena de San Paolo – San Paolo – ore 22.00

OLANDA-ARGENTINA 4-2 i rig. (0-0)

OLANDA (5-3-2)

Cillessen; Kuyt, Vlaar, De Vrj, Martins Indi (1’st Janmaat), Blind; Wijnaldum, De Jong (62’ Clasie), Sneijder; Robben, Van Persie (96’ Huntelaar). Ct Van Gaal

ARGENTINA (4-4-2)

Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; Lavezzi (100’ M.Rodriguez), Biglia, Mascherano, Perez (81’ Palacio); Messi, Higuain (81’ Aguero). Ct Sabella

Arbitro: Cakir (Turchia)

Sequenza dei rigori: Vlaar parato, Messi gol, Robben gol, Garay gol, Sneijder parato, Aguero gol, Kuyt gol, M.Rodriguez gol

San Paolo, 10 luglio – Domenica sera, a Rio de Janeiro, sarà Germania-Argentina, che per la terza volta nella storia dei Mondiali si contenderanno il titolo. Nelle precedenti due hanno trionfato una volta a testa: nel 1986 toccò all’Argentina di Maradona, vincitrice per 3-2 a Città del Messico, nel 1990 toccò alla Germania, che alzò la coppa all’Olimpico di Roma dopo l’1-0 firmato su rigore da Brehme.

Proprio i tiri dal dischetto hanno premiato i biancocelesti contro l’Olanda, al termine di una delle partite più brutte della storia. Le emozioni della seconda semifinale, infatti, si sono concentrate tutte all’inizio e alla fine. Prima del via per il ricordo commosso del grande Alfredo Di Stefano, onorato con un minuto di silenzio e il lutto al braccio degli argentini, suoi connazionali.

Alla fine per il gol incredibilmente fallito da Palacio al 115’ e per i conseguenti, inevitabili, calci di rigore, ai quali le due squadre hanno dimostrato di mirare fin da subito.

Chissà poi perché.

Meglio giocarsele le partite, che affidarsi ai tiri dal dischetto, dove ci sono troppe variabili incalcolabili.

Dagli undici metri, come scritto, ha prevalso l’Argentina per la gioia dei suoi trentamila tifosi presenti sugli spalti e arrivati a San Paolo con ogni mezzo, visto che il confine dista appena tremila chilometri. Chissà quanti ce ne saranno domenica a Rio, dove gli argentini avranno anche l’arduo compito di mantenere intatta la tradizione che nei Mondiali in Sudamerica vuole sempre vincente una nazionale di quelle parti e mai una europea.

La finale dell’Argentina ha le faccia dall’espressione perennemente triste del Ct Sabella e quella invasata del portiere Romero, che in Italia venne bollato come “incapace” (per non dir di peggio) quando giocava nella Sampdoria e che contro l’Olanda è stato l’eroe della serata, con i rigori parati a Vlaar e Sneijder.

La finale Germania-Argentina sarà anche quella tra i due Papi presenti in Vaticano: il sudamericano Bergoglio, grande tifoso del calcio e delle sue passioni e il tedesco Ratzinger, al quale probabilmente del football non gliene importa niente. Ma la coincidenza, più unica che rara, ha dell’incredibile e probabilmente non si verificherà più, dunque potrebbe scuotere anche lui. Quasi che le due squadre siano state miracolate dai rispettivi rappresentanti sulla cattedra di Pietro. E per stavolta scusateci l’accostamento tra sacro e profano, ma questa passerà alla storia anche come “la finale dei due Papi”.

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