Calcio

Nel bene o nel male, purché se ne parli: Lotito e Pallotta infiammano l’estate romana

Uno attraverso continui comunicati stampa ricchi di dichiarazioni ai limiti del politically correct, l’altro addirittura con una presenza da attore in un telefilm a stelle e strisce, i presidenti della Lazio e della Roma scelgono vie non del tutto convenzionali per far parlare di loro e dei loro club.

Roma, 13 luglio – Nemmeno il tempo di metabolizzare l’autocandidatura a sindaco di Roma, che il Presidente Lotito torna in campo con il suo nuovo mezzo di informazione preferito: il comunicato stampa. Argomento del giorno la designazione dell’italiano Rizzoli come arbitro della finale di Rio di domenica, designazione che portato una piccola parte del nostro Paese all’atto conclusivo di un Mondiale in cui la Nazionale ha invece deluso oltremodo e non ha portato a casa nemmeno l’onore delle armi, venute a mancare come i tiri in porti nelle ultime due partite del girone. Lotito dapprima si è congratulato col fischietto italiano, quindi con l’Aia, prima di sottolineare, nemmeno troppo velatamente, la differenza di stile a suo modo di vedere esistente tra la Lazio e la Roma, con la seconda intenta a recriminare ogni domenica “presunti danni arbitrali”.

Se Lotito fa scalpore con le sue continue dichiarazioni ai limiti del politically correct, non rimane certo in ombra il Presidente Pallotta, che è recentemente sceso in campo addirittura come attore. Pallotta, che non più di tre anni fa definì Lotito “funny” (divertente, comico) , si è reso protagonista di una puntata del telefilm americano “Matador”, in onda su El Rey Network. Nel corso della puntata, Pallotta riceve l’offerta dell’attore Alfred Molina per un trasferimento di Francesco Totti nei Los Angeles Galaxy, con tanto di contratto quinquennale nonostante l’età del trequartista italiano. Inutile sottolineare come, anche nel telefilm, la reazione di Pallotta all’offerta sia quasi indignata, con un netto rifiuto a rafforzare il fatto che “Francesco finirà la carriera a Roma”.

I presidenti delle romane sembrano, insomma, aver preso in prestito per il loro modo di agire la vecchia massima “nel bene o nel male, purché se ne parli”. Di loro, ovviamente, e solo poi del club, perché a Roma sarà difficile fare calcio, ma con due tipi così certamente lo è anche annoiarsi.

 

 

 

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