La Superlega dei superpoveri

Problemi di bilancio e debiti enormi sono dietro al super-progetto dei 12 club scissionisti

Roma, 20 aprile 2021 – La Superlega dei superpoveri ha mostrato i muscoli al mondo del calcio. Ma fino ad un certo punto.

Perché, dicono: “Noi ci facciamo la nostra super-competizione, ma vogliamo anche continuare a giocare le vostre”.

Solo che gli altri non ci stanno. Visto che i super-ricchi gli hanno voltato le spalle per giocarsi un proprio super-campionato.

Ma sono veri muscoli quelli che i 12 hanno mostrato al mondo oppure hanno fatto uscire la loro debolezza mascherata da forza?

Propendiamo più per questa seconda ipotesi, come ha detto anche l’ex presidente della Federcalcio Giancarlo Abete a Radio 24: “La loro non è una dichiarazione arrogante, ma una manifestazione di grandissima debolezza e di una grandissima difficoltà economica”.

Già, i conti non tornano, i debiti aumentano e per salvare baracca e burattini, anziché gestire meglio i propri bilanci, i 12  club super-ricchi (ma allo stesso tempo super-poveri), vogliono la Superlega.

Perché, pensano che da soli contano un miliardo di tifosi, che garantirebbe loro i super-proventi che gli servono per tirare avanti.

Ma se avessero fatto i conti senza l’oste? Cioè senza il miliardo di tifosi suddetto?

Perché chi tiene in piedi il calcio sono proprio questi ultimi, i tifosi, che dalle società sono ormai considerati clienti da spennare in nome di un sentimento puro e rispettabile come è la loro passione sportiva.

Quella passione che, pur di seguire la loro squadra del cuore, ai tifosi fa “muover il sole e le altre stelle”, spingendoli a sopportare tutto.

Compresi i costi esagerati degli abbonamenti televisivi. Perché se ci sarà la Superlega ci saranno anche dei super-abbonamenti da pagare per vedere le sue super-partite.

Tifosi=consumatori=clienti. Questa è l’equazione che ha mosso i 12 a fare la Superlega.

Ma tutti sanno che chi vende una qualsiasi cosa può venderla solo se c’è chi la compra.

Altrimenti nisba. E se i tifosi=consumatori=clienti non fossero più disposti a comprare alcunché? Che accadrebbe alla Superlega?

Probabilmente diventerebbe una Supercazzola. Magari con scappellamento a destra …

Intanto restiamo in attesa di capire se, dopo le loro dichiarazioni di guerra nei confronti dei 12 scissionisti, i grandi capi del calcio internazionale (Ceferin per la UEFA, Infantino per la FIFA) manterranno le promesse oppure no.

Ovvero se escluderanno i 12 club della Superlega dalle competizioni in corso (campionati nazionali e coppe europee) oppure no. Come hanno minacciato di fare.

Perché se non lo faranno si saranno dimostrati gli ennesimi “quacquaracquà” del mondo in cui viviamo. Che di “quacquaracquà” e “ominicchi” è pieno.

Mentre scarseggiano sempre di più gli uomini.

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