Politica

…dunque, il discorso è sempre lo stesso…

soldi…dunque, oggi, a metà aprile, il discorso è sempre e ancora lo stesso e non trova risoluzione o, meglio, soluzione di continuità…le tasse….
Roma, 15 aprile – Renzi si dibatte fra le garanzie di diminuzione della pressione fiscale e il loro reale aumento; fra gli incontri-scontri con gli enti locali, in cui dà illimitata garanzia del “non taglio” dei fondi, fra le contestazioni con i sindacati e con le opposizioni che gli rinfacciano le promesse non mantenute, e le “minacce” di ricorrere, per l’ennesima volta alla fiducia, vale a dire… il “rotto della cuffia”. Bene; il discorso, per chi sa leggere negli avvenimenti umani, è uno solo: non si è data mano alla famigerata riforma fiscale e non lo si farà e tutti, ma proprio tutti, maggioranza, opposizione e parti  sociali, contestano…contestano…ma sono i primi che la riforma del fisco, che risolverebbe il problema e che sistemerebbe questa situazione, non la vogliono e, con le “infinite strategie” del “Diritto Parlamentare”, appoggiano questo sistema perché l’applicazione del meccanismo che porterebbe ad una drastica riduzione della pressione fiscale.
Si sa, che la grande pressione fiscale è causata dalla alta evasione fiscale e che con i sistemi tradizionali (quale il “fucile” alla schiena del risparmiatore, impiegato e pensionato), non si ottiene il risultato richiesto perché essa è amministrata dai poteri forti, sovranazionali o lobbies.
A questo punto il discorso diventa uno solo perché la matematica non è un’opinione; l’ evasione fiscale può essere combattuta e debellata solo applicando il Conflitto delle Competenze ma, siccome la situazione è codesta, maggioranza, opposizione e parti sociali, sebbene “starnazzino” a più non posso affinché il governo applichi sistemi efficaci per combatterla, non appena sentono parlare di “Conflitto delle Competenze”, si comportano come le monache quando sentono parlare del “maschio”; lo “ostracizzano” a priori.
In queste condizioni, la situazione è ingovernabile e questo spiega, nell’ipotesi che ce ne fosse bisogno, perché tutti i governi che si sono succeduti nella Repubblica Italiana, dopo aver spolpato il risparmiatore, alla ricerca dei capitali che, poi, in qualche modo “dovevano sparire”, sono caduti sulla legge finanziaria, oggi chiamata “Legge di Stabilità”.
A questo punto, aggiungiamo ironicamente, che non è un cambio di definizione che modifica un meccanismo di sostanza per cui Renzi può anche sperimentare tutte le formule che possono scaturire da un “gioco delle tre carte”, ma se non aggredisce il problema nella sua natura…i conti non quadreranno mai e…sarà tempo sprecato.

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