Europa League – Roma,Napoli, Milan: goleade europee

Milan precipita

Roma, 06.11.2020 – Tre partite “italiane” in Europa League, altrettante goleade. Malauguratamente non tutte favorevoli alle squadre del Bel Paese calcistico.
Roma e Napoli si sono liberate disinvoltamente (5-0) del peso proposto loro rispettivamente da formazioni (Cluj e Rieka) esponenti del modesto calcio romeno e croato .
Il Milan, invece, opposto al calcio di alto livello di una squadra francese, il Lilla, è franato paurosamente.
La goleada subita dai “diavoli” è stata di 0-3 , ma poteva essere più congrua, per quello che si è visto a San Siro.
Dopo 8 mesi di imbattibilità (dall’8 marzo contro il Genoa) era logico che la sconfitta arrivasse. Ma “è il modo”, forse, “che ancora offende!”
Una prosopopea da “grande” che non ci si aspettava, da chi aveva fatto dell’umilità la propria bandiera vincente.
I rossoneri sono scesi in campo come si aspettassero che questa orgogliosa squadra transalpina si inchinasse alla loro carismatica presenza per dire loro: “Prego, si accomodino!”
Dove è finito il Milan gagliardo, impetuoso, coraggioso che incalza gli avversari buttandosi in ogni spazio, soprattutto smarcandosi e verticalizzandosi.
Questo Milan presuntuoso, invece, si è limitato a portare avanti il pallone per linee scontate orizzontali, senza mai tentare di superare l’avversario che, retrocedendo con comodo, poteva chiudere ogni varco.
“Tanto, davanti c’è “Ibra” che risolve ogni problema!” sembrava affermare questo inutile lento possesso-palla di stile Juventus tempi peggiori.
Da questa sorta di “delirio dell’onnipotenza” che – all’improvviso, si è impossessato anche dei singoli – è scaturito anche il rigore che ha cambiato il corso episodico della partita.
Un “penalty” che ha liberato i francesi dal complesso Milan e li ha trasformati in disinvolti dominatori del match.
Cosa se non la prosopopea può aver spinto un campione esperto come Romagnoli a dare quella inutile “spintarella” all’avversario girato spalle alla porta nella innocua periferia dell’area di rigore?
Il Milan, insomma, non ha bisogno di un altro Ibrahimovic (e di Calabria sulla fascia destra).
Ha bisogno di un buon psicologo che riporti la brillante brigata rossonera alle condizioni mentali precedenti.
I giocatori milanisti devono convincersi che non sono diventati improvvisamente quei grandi campioni che non erano ma atleti di medio calibro fra i quali è apparso all’improvviso un portento.
Zlatan Ibrahomovic, un fenomeno che può essere determinante a patto che dietro vi sia un coro umile e compatto che offra il massimo dell’impegno.
Tutto sommato la batosta subita, non compromette nulla. Anzi, arriva al momento giusto per mettere i piedi bene per terra sia nel prosieguo della Europa League che sul Campionato di Serie A.

Quanto alle goleade di Roma e Napoli, esse confermano la bontà del cammino tecnico-tattico delle due squadre di “fascia gialla”. È lo stesso tragitto che sta compiendo la Juve di Andrea Pirlo.
La costruzione di squadre capaci di occupare qualsiasi zona del campo con elementi idonei ad interpretare quelle che sono le necessità della situazione.
Ovvero: difensori che possono costruire; centrocampisti che possono difendere od offendere; attaccanti che possono rifinire.
Il lavoro che Rino Gattuso e Paulo Fonseca hanno avviato (come Pirlo), è quello della identificazione ed inserimento degli elementi tecnicamente ed atleticamente più idonei nei ruoli giusti.
Un lavoro portato avanti con calma (anche sul campo) e senza isterismi nella convinzione che i frutti debbono arrivare conseguentemente.
Il doppio successo per 5-0, contro compagini non eccelse ma sicuramente “europee”, ne è la più chiara testimonianza.

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