Politica

Coronavirus – L’On. Massimiliano De Toma sulla quarantena obbligata e conseguente chiusura forzata delle attività commerciali

In intervista esclusiva, l’On. Massimiliano De Toma risponde sulla grave crisi economica che comporta il Coronavirus

Coronavirus – L’On. Massimiliano De Toma sulla quarantena obbligata e conseguente chiusura forzata delle attività commerciali.

In intervista esclusiva, l’On. Massimiliano De Toma risponde sulla grave crisi economica che comporta il Coronavirus

Roma, 05 aprile 2020 – Oggi, domenica delle Palme, nella speranza che (da cristiani!) Dio, tramite la scienza e i sanitari, possano risolvere il problema della pandemia del Coronavirus, affrontiamo l’argomento – a distanza di sicurezza – con all’On. Massimiliano De Toma, della Commissione X attività produttive Camera Deputati e componente della Commissione Bicamerale per la semplificazione il quale, con la solita cortese disponibilità, ci ha concesso quest’intervista esclusiva.

On. De Toma, secondo lei il nostro Paese come sta reagendo a questo prolungato lockdown dovuto al Coronavirus?
Il Paese nel suo complesso sta dando una grande prova di maturità, rispettando tutte le prescrizioni emanate da Governo. Anzi colgo l’occasione per ricordare che bisogna sempre – come stiamo facendo noi – uscire con mascherina, guanti e occhiali che difendono la mucosa degli occhi e mantenere la distanza di almeno un metro. Sicuramente dovremo convivere con l’epidemia del Coronavirus per i prossimi mesi, almeno finché la scienza non avrà trovato una cura efficace e definitiva o un vaccino. Le misure attuali ovviamente si allenteranno con il passare del tempo, e lentamente si potrà tornare a una pseudo normalità: questo varrà anche per le attività commerciali per le quali credo si potrebbe usare un criterio d’apertura per tipologia d’aziende o per territorio e mi riferisco alle Regioni più o meno colpite dal contagio. L’apertura non sarà indiscriminata, ma dovranno essere seguite delle precise prescrizioni,che sarà fondamentale rispettare per non ripiombare appieno nell’incubo”.

Come giudica la risposta europea alle legittime richieste italiane?
Io mi auguro che l’Europa faccia marcia indietro e torni sui suoi passi. Al momento la posizione espressa soprattutto dal blocco franco-tedesco e soprattutto olandese è miope e risulta difficile comprendere come non si accorgano di quello che sta accadendo nella vita reale, fuori dal palazzo e delle marcate differenze che ci sono tra i paesi del nord e del sud del continente. Ci siamo sentiti dire che l’Italia s’era mossa in misura addirittura esagerata, con una prevenzione eccessiva, poi questo modello è stato adottato con ritardo, da tutti, ma senza un coordinamento centrale. Ora comunque mi aspetto che l’Europa torni sui suoi passi, l’Unione non può essere tale solo di nome, ma deve dimostrarlo. I paesi del nord Europa devono farsi un esame di coscienza, hanno scelto una loro strategia, ma noi dobbiamo tutelare il nostro territorio e credo che si debba fare in modo che l’Italia, che è uno tra i Paesi fondatori, abbia maggiore peso nelle decisioni importanti per l’Unione. Quanto visto finora non è accettabile, mi auguro che il Governo si faccia valere: non possiamo accettare di essere trattati in questo modo.”

Secondo lei, L’Italia e l’Europa stanno facendo tutto quello che si deve fare da punto di vista economico, anche rispetto a come si stanno muovendo altre Paesi extra UE?
Fare un paragone con altre economie e Stati è difficile. Gli Usa possono battere moneta, avere una politica economica autonoma, mentre noi dobbiamo attenerci a dei vincoli che, come detto, credo in questo momento dovrebbero essere superati vista l’emergenza. Da una parte comprendo la volontà di superare il patto di stabilità e quindi il poter far deficit, ma quel deficit poi qualcuno lo dovrà pagare ed è necessario fare in modo che questo peso non gravi e non ricada sulle spalle dei cittadini e sulle generazioni future”.

Di cosa c’è bisogno in questo momento per far ripartire il nostro Paese?
Di un cabina di regia dedicata alla riapertura, un misto di Sanità-Logistica-Attività Produttive, e assolutamente di liquidità e da subito. Non tra mesi. L’immissione di liquidità è importantissima e deve andare direttamente alle aziende perché possano ripartire e fare da volano all’economia del territorio. Su questo tema io e la mia collega, Rachele Silvestri, abbiamo presentato un emendamento al Senato, sottoscritto anche da Gianluigi Paragone, che prevede un fondo di solidarietà presso le camere di commercio, proprio a sostegno delle piccole imprese che rappresentano il 95% del tessuto nazionale, per fare in modo che la nostra economia non ne venga inficiata in modo grave dalle chiusure forzate a cui molte piccole imprese sono state costrette”,la chiusura delle piccole attività comprometterà l’intera filiera produttiva.”

Si inizia ad percepire un pericoloso interesse della malavita che sta approfittando di questo difficile momento per insinuarsi nella società civile. Cosa ne pensa?
Il rischio è concreto. A causa della crisi economica provocata dal Coronavirus tutti gli strati sociali stanno vivendo e vivranno ancora di più nei prossimi mesi un disagio economico, terreno fertile dove la malavita da sempre punta ad inserirsi. Bisogna assolutamente alzare la guardia e fare in modo che le Istituzioni proteggano chi non riesce ad arrivare alla fine del mese e gli imprenditori che avranno difficoltà di liquidità per far ripartire le proprie attività.”

Grazie, On. Massimiliano  De Toma. Speriamo che anche gli altri ne capiscano l’importanza ed operino per gli interessi della Nazione e non personali/elettorali.

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