Calcio. Si gioca troppo (e male!)

È ora di ridurre le partite. Come dimostra il caso Zaniolo

Roma, 9 settembre 2020 – In un anno Zaniolo, si è rotto prima il crociato del ginocchio destro, poi quello del sinistro, che aveva sopportato il peso della riabilitazione dell’altro e poi ha ceduto. E siamo solo all’inizio di una stagione calcistica nella quale gli impegni saranno compressi perché sono troppi.

Speriamo, dunque, che il caso Zaniolo non sia il primo di una lunga serie di infortuni che potrebbero far perdere al nostro calcio campioni già fatti o ancora in erba, come il romanista. Sarebbe davvero un peccato se ciò accadesse.

Ma giocando molto e allenandosi poco, come sta succedendo da quando il calendario è stato così intasato di partite, è facile che i muscoli cedano e i legamenti si rompano. Anche i calciatori sono esseri umani, nonostante quello che guadagnano.

E poi tutte queste partite producono più noia che altro, perché a dirla tutta si gioca anche molto male.

Dunque sarebbe il caso di ridurre gli impegni riportando i campionati a 16 squadre (con conseguenti 8 turni in meno dei 38 di oggi) e di ridurre al minimo e partite delle nazionali, delle quali, per citare le parole del presidente del Napoli De Laurentis, “non frega niente a nessuno”.

Ma non lo faranno mai e noi ci ritroveremo ancora a fare gli auguri di pronta guarigione a questo o a quel calciatore che, a questi ritmi, rischia di compromettere la sua ancor giovane carriera.

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