Approfondimento

Roma, 8 settembre 2018

Mentre pensavo a come scrivere questo pezzo ho visualizzato la data ed ho riflettuto sull’importanza storica per il nostro Paese dell’otto settembre (!) ed in un momento di pausa del campionato, senza essere blasfemo, chiedo CHIAREZZA per quello che si sta delineando in casa Lazio.

Ormai siamo sufficientemente esperti, dopo anni e anni di frequentazione dei palcoscenici calcistici, per poter affermare che qualcosa  non torna; piccole situazioni che però fanno somma e come diceva il grande Totò “la somma fa il totale”. Per prima cosa la questione infortuni che sin dall’anno scorso, nella gestione medica e fisioterapica, non mi sembra sia stata gestita al massimo dell’efficienza con giocatori che in più di un occasione venivano annunciati in fase di recupero e di rientro in squadra e poi venivano dati per “ricaduti”. La difficoltà a smaltire una rosa extra-large con impegni contrattuali onerosi, vedi lo scorso anno gli ingaggi “a vuoto” di Marchetti e Diordjevich per circa 3,.200 milioni netti per citarne un paio, che in una società come la Lazio, che non fa nulla per aumentare i ricavi, sono tanta roba. La comunicazione, senza mancare di rispetto ad Arturo Diaconale, a mio modesto avviso non fa abbastanza per tutelare, difendere, il nome di una società gloriosa come la Lazio che deve di suo sgomitare in una città come Roma e cercare quel poco di visibilità sulle maggiori reti televisive; il caso Anna Frank è stato indicativo, con annessa la superficiale replica della società in Sinagoga, come pure il venir fuori della telefonata del presidente con l’allenatore che ha scatenato l’ira di Dio.

Faccio presente che la S.S.Lazio è una società quotata in borsa e come tutte le quotate dovrebbe fornire informazioni corrette agli azionisti e nel caso dell’anomalia di una società di calcio, che risponde non solo agli azionisti ma anche a milioni di semplici appassionati, le informazioni dovrebbero essere il più veritiere possibili anche e soprattutto per una semplice ragione e cioè che la critica anzichè basarsi su supposizioni, o indiscrezioni a volte fasulle, eserciterebbe il suo sacrosanto diritto su basi certe, evitando giudizi non corretti. Se un giocatore rientra e non è pronto, ma magari ti dicono che lo è, poi lo si giudica in una maniera errata.

E’ chiaro che durante un percorso non sempre si possono avere le condizioni migliori, a volte il difficile è saper/poter mediare tra varie componenti, però quello che succede in casa Lazio mi sembra non condivisibile; non è la fine del mondo, magari, dichiarare che si è fatta una preparazione che non darà frutti immediati o che qualche giocatore, Berisha, Lukaku, ha delle problematiche di lungo periodo o palleggiare affermazioni sulla pubalgia (?) di Luis Alberto.

Ricordo infine che la S.S.Lazio non è solo calcio ma un sodalizio che fa vestire i colori biancocelesti a più di diecimila atleti, in campo italiano ed internazionale, ma che per come va il mondo il “Dio pallone” fagocita tutto ed allora il NOME può essere infangato, deriso, vilipeso, sempre e soltanto per la responsabilità della disciplina più importante e famosa.

In conclusione: CHIAREZZA!

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